Corriere della Sera (Bergamo)

Caironi da museo La sua protesi in mostra a Padova

- Gazzetti

Ha donato la sua protesi al Museo di Storia della Medicina di Padova. Con lei, Alex Zanardi e Bebe Vio. L’impegno di Martina Caironi per sensibiliz­zare il pubblico su disabilità e sport.

In passato la disabilità era considerat­a qualcosa da celare, qualcosa di cui vergognars­i. Se da qualche anno l’immaginari­o collettivo è mutato, il merito è anche dello sport e in particolar­e di 3 atleti che con i loro successi hanno abbagliato il mondo. Martina Caironi, Bebe Vio e Alex Zanardi non sono solo campioni ma sono anche fuoriclass­e per come siano riusciti ad aprire nuovi orizzonti raccontand­o la loro storia in maniera unica e ergendosi a modelli di resilienza. Questo percorso conoscerà una tappa importante domani quando verrà inaugurata una nuova installazi­one dedicata a «Sport, Tecnologia e Disabilità» all’interno del MUSME, il Museo di Storia della Medicina di Padova che vuole «promuovere e diffondere una cultura della sensibiliz­zazione ai valori della solidariet­à, del coraggio e della determinaz­ione, perché insieme si possono vincere le sfide più improbabil­i». I 3 simboli dello sport paralimpic­o hanno messo a disposizio­ne i supporti con cui hanno dominato le gare. «Ho donato un invaso vecchio che non usavo più — spiega Martina Caironi —. Poi l’azienda Ottobock ha fornito un ginocchio uguale a quello che uso in gara dal 2013. La lamina è la stessa delle gare. Sono contenta di andare a Padova, tra l’altro ci sono i ragazzi della Fondazione Fontana Onlus che io supporto e con cui sono andata in Kenya al Centro Saint Martin di Nyahururu». Alex Zanardi esporrà l’handbike con cui ha vinto l’Oro alle Olimpiadi di Londra mentre Bebe esporrà il braccio usato sia nel corso degli allenament­i che nelle gare, dal gennaio 2010, dopo la malattia, ai Mondiali di Budapest dell’ottobre 2013. «È un veterano — continua la velocista —. uno di quegli atleti che sembra senza età perché continua a vincere e a stupire tutti quanti. È un grande oratore. Bebe l’ho vista crescere, l’ho conosciuta quando non aveva la fama che ha raggiunto adesso. Sono felice di partecipar­e a questa iniziativa insieme a loro».

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