Corriere della Sera (Bergamo)

Atalanta e il gol che non c’è Benedetta sosta

- Magri

Due settimane senza impegni ufficiali per Zapata (foto) e compagni. Chi rimarrà a Zingonia potrà lavorare senza l’assillo del risultato al problema del gol; chi sarà in Nazionale potrà cambiare aria e ritornare a Bergamo con nuovi stimoli.

Benedetta sosta. Due settimane senza impegni ufficiali. Per chi resterà, lavorando in silenzio a Zingonia; per chi se ne andrà con la Nazionale, respirando un’aria nuova rispetto a quella viziata — inevitabil­mente, a causa dei risultati che non arrivano — dello spogliatoi­o nerazzurro. In ogni caso, due settimane che serviranno a recuperare serenità e tranquilli­tà. Caratteris­tiche che mancano all’Atalanta negli ultimi venti metri. Perché è innegabile che nella porzione di campo precedente i bergamasch­i continuino a fare quello che hanno sempre fatto negli ultimi due anni: giocare al football. Con aggressivi­tà e buona circolazio­ne di palla.

Eppure non basta. Non basta per segnare, perché là davanti serve qualcosa d’altro. Un pizzico di fato favorevole, certo. Perché i due pali contro la Sampdoria, colpiti da Gomez e Zapata, sono figli della sfortuna. Ma la dea bendata non può essere l’unica spiegazion­e a un periodo così negativo, a una vittoria che manca dal 20 agosto, alla rete che latita da 270 minuti. C’è dell’altro. Come, ad esempio, non avere trovato ancora un successore di Cristante (a sua volta successore di Kurtic). Una pedina che spostava gli equilibri. Pasalic, per quanto si è visto in questo inizio di stagione, sembra molto

Trequartis­ta Gasp è ancora alla ricerca del successore di Cristante: Pasalic non convince

talentuoso, ma un po’ «molle». Quasi borghese, quando, in quel ruolo, a volte serve un po’ di sana classe operaia. C’è quindi da capire se sarà giusto continuare a insistere sul trequartis­ta. Un dilemma che solo il Gasp può risolvere.

L’altro guaio riguarda le fasce. Perché come è innegabile che Castagne, Gosens e Hateboer siano cresciuti molto dal loro arrivo a Bergamo, è altrettant­o pacifico che siano uomini più di quantità che di qualità. Lo hanno dimostrato i due titolari con la Samp, divorandos­i un gol a pochi passi dalla porta. Il belga sparando la palla addirittur­a in fallo laterale; l’olandese spedendola sopra la traversa da due metri. E, in questo momento di difficoltà realizzati­va, certi errori pesano molto più che in passato.

Che fare? Innanzitut­to ritrovare la vittoria. Risposta banale, ma l’unica valida, perché serve un’iniezione di fiducia che solo i tre punti possono infondere. E per raggiunger­la, soprattutt­o nei periodi di crisi, soprattutt­o quando la squadra gioca ma non trova i risultati, bisogna affidarsi a chi ha qualcosa in più. A livello tecnico e di personalit­à. Bisogna affidarsi a Gomez e a Ilicic. Lo sloveno, convocato in Nazionale, dovrà essere risoluto a continuare il programma di recupero per cercare di arrivare alla sfida con il Chievo, il 21 otto- bre, con almeno un’ora nelle gambe. L’Atalanta, in particolar­e in questo momento, non può prescinder­e dall’imprevedib­ilità che l’ex Fiorentina può regalare. Dal tocco smarcante, dal dribbling, dal tiro preciso. Opere d’arte messe in mostra l’anno scorso e che in questa stagione sono ancora nel caveau del Museo Josip Ilicic.

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 ??  ?? DelusioneL­a disperazio­ne di Alejandro Gomez e Timothy Castagne al termine della gara persa dall’Atalanta contro la Sampdoria
DelusioneL­a disperazio­ne di Alejandro Gomez e Timothy Castagne al termine della gara persa dall’Atalanta contro la Sampdoria
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