Sparò alla ex «Ero depresso, la risarcirò»
Ha risposto al giudice tra le lacrime Salvatore D’Apolito, che due settimane fa a Negrone ha sparato alla ex moglie ferendola. «Ero depresso dopo l’abbandono, mi dispiace molto — ha detto —. Ora voglio pagare i danni morali e materiali».
Ha pianto, si è scusato, ha detto di essere molto depresso e di voler pagare i danni. È stato interrogato ieri in carcere Salvatore D’Apolito, che due settimane fa a Negrone ha sparato alla ex moglie Flora Agazzi colpendola con tre proiettili e lasciandola in gravissime condizioni. L’indagato ha spiegato di essere in condizioni psicologiche confuse da quando, alcuni anni fa, è stato in coma per tre giorni dopo un incidente stradale. E di essere crollato all’inizio dello scorso anno quando la moglie, a suo dire su consiglio di una setta giapponese, aveva deciso di lasciarlo, abbandonandolo con la figlia. Di fronte alla solitudine e alle richieste di denaro dalla figlia è entrato in depressione e ha iniziato a prendere dei farmaci. Infine, quando ha avuto il sospetto che la ex moglie potesse avere una nuova relazione ha deciso di vendicarsi. Si è preparato per una settimana, ha piazzato un gps sull’auto della donna per conoscere i suoi movimenti e infine le ha sparato con una pistola della Seconda guerra mondiale trovata per caso in un vecchio taxi che stava sistemando. Ha confermato di essere stato intenzionato a suicidarsi dopo avere ucciso la donna ma di non avere avuto il coraggio di farlo. E di avere ceduto, consegnandosi ai carabinieri, quando ha scoperto che Flora Agazzi era sopravvissuta. D’Apolito ha chiesto scusa alla ex moglie e si è detto disposto a pagarle i danni morali e materiali. Il gip Massimiliano Magliacani ha convalidato il fermo e disposto il carcere, visti i pericoli di fuga e di reiterazione del reato. Il suo avvocato Stefano Sorrentino lo farà visitare dallo psichiatra romano Francesco Bruno e, se emergeranno precarie condizioni psicologiche, chiederà l’effettuazione di una perizia.