Il miracolo musicale di Haydn
Con «La Creazione» Ádám Fischer apre la stagione sinfonica scaligera
C’è Adamo che dirige «La Creazione», stasera alla Scala. Il capolavoro oratoriale di Haydn apre la stagione sinfonica del teatro, dove il coro tornerà protagonista nel «Te Deum» di Berlioz e nella sinfonia «Lobgesang» di Mendelssohn. Lo affronta un interprete di riferimento assoluto del«padre del Classicismo»: Ádám Fischer ne ha diretto tutte le opere teatrali e ha creato un festival che ne porta il nome, ma soprattutto è stato «creato» direttore proprio da Haydn. «Quando avevo cinque anni mio padre mi portò a sentire la sua sinfonia “Sorpresa”, col tema in pianissimo rotto da un accordo potente. Io mi aspettavo un fortissimo clamoroso e rimasi deluso perché fu “solo” forte; papà mi portò dal direttore e ribadii il concetto davanti a lui, che sorridendomi mi disse: “Se studierai tra vent’anni lo potrai dirigere come vorrai”; fu forse quella la prima scintilla che mi spinse sul podio».
C’è poi stato il fuoco sacro di Haydn, oltre che di Mozart, Beethoven e Schubert, «Ma per me Haydn è speciale» continua il maestro.«È come Giotto: ha una semplicità fanciullesca e allo stesso tempo una potenza espressiva e una densità di significato davvero imponenti. Quando mi chiedono di confrontare Mozart con Haydn io li paragono a Toscana e Umbria: la Toscana è più raffinata, l’Umbria più rustica, ma Assisi non è meno bella di Firenze».
La città francescana offre lo spunto per un’altra considerazione: «Haydn ha una fede granitica, senza dubbi o tormenti: nella Creazione contempla il mondo godendolo in tutta la sua bellezza; per questo servono dei musicistibambini per suonarlo bene e l’orchestra della Scala, con cui sto facendo anche “Ernani”, riesce ad avere questo spirito fanciullesco, tutto invaso dallo stupore per le cose che ci sono come se le si scoprisse per la prima volta».
Tanta bellezza non equivale a un idillio idealizzato: «Il leone, ad esempio, lo voglio cattivo, feroce, che faccia paura, non un re dall’aplomb britannico; gli insetti devono essere fastidiosi, bisogna avere la sensazione che ti arrivino in faccia». Fischer ha capito meglio la musica di Haydn suonandola a Eisenstadt, «nel suo palazzo, dove ad esempio il clarinetto non riesce proprio a farsi sentire e infatti le sue parti sono segnate quasi sempre in fortissimo; e dove poteva staccare tempi molto più rapidi che nelle chiese, dove c’è tanto riverbero». Per Fischer «la Creazione è di per sé un miracolo musicale: livello narrativo e descrittivo si fondono meravigliosamente, sempre indorati dal fanciullesco stupore dell’autore».