Via Fara, sale il conto del cantiere
Dati anomali dal terreno, 600 mila euro in più di costi. E i tempi si allungano
Vista la frana del 2008, il cantiere di via Fara è ipermonitorata. E due mesi fa i sensori hanno registrato dei parametri fuori norma. La giunta esclude si sia corso il rischio di crolli ma, a costo di rallentare, il progetto è stato ritoccato, «perché — dice l’ingegnere Pier Paolo Rossi, incaricato dal Comune — sulla sicurezza non si transige». Un ritardo che il tecnico quantifica nell’ordine di «qualche mese».
Anche sul piano economico, questo passaggio non sarà indolore. «L’entità della variante supera i 600 mila euro», racconta in commissione Claudio Finotto, coordinatore tecnico di Bergamo Parcheggi. Oggi gli scavi hanno raggiunto due terzi della profondità totale di 33 metri. L’imprevisto è arrivato qualche metro prima. Ogni settimana, al collaudatore Mario Myallonnier arriva una mail con la lettura delle strumentazioni: circa due mesi fa, «il direttore dei lavori — dice Myallonnier — si è accorto che alcune celle di carico avevano raggiunto un valore leggermente fuori dal carico di calcolo». Non sono state varcate le soglie di allarme, ma i numeri non combaciavano con le simulazioni. «Abbiamo trovato molti strati d’argilla — spiega Rossi —, un terreno con caratteristiche meccaniche più basse di quelle ipotizzate». Per questo, secondo la relazione, non tornavano i dati sulla tenuta del materiale (poco) roccioso. Si è così deciso di consolidare la struttura per preservare il coefficiente di sicurezza. I calcoli hanno promosso la modifica del progetto: cinque travi in più da 70 metri, riducendo la distanza fra i micropali (l’«interasse» normale è di 400 millimetri). È l’ordine delle travi d’acciaio ad allungare le tempistiche. «Siamo tranquilli», rassicura Myallonnier. Sarà Bergamo Parcheggi a coprire le spese, anche se l’assessore Marco Brembilla non esclude l’ipotesi che venga intaccato il ribasso d’asta, destinato a sistemare le piazze di Città Alta. «Non possiamo correre — dice l’assessore —, quando arriviamo a fondo scavo lo sapremo». Tranne Lega e M5S, l’opposizione ha lasciato la seduta prima che terminasse l’informativa. (m.ca.)