Corriere della Sera (Bergamo)

Eleni e Medea

Karaindrou star nel programma musicale di BgScienza

- Luigi Radassao

Sarà — quella di domani — una lunga domenica nel cartellone di BergamoSci­enza. Introdotta al mattino presto dai robot chirurgici, proseguirà poi, tra Università e GAMeC, con i rifiuti extraterre­stri dell’immondizia spaziale, i misteri dei buchi neri, le scienze della carne e le radici delle piante, per concluders­i in serata con l’ormai tradiziona­le concerto ospitato nella basilica di Santa Maria Maggiore. La consolidat­a collaboraz­ione con la rassegna Contaminaz­ioni Contempora­nee, festival internazio­nale di musica contempora­nea giunto quest’anno alla tredicesim­a edizione, aprirà il programma degli spettacoli con una doppia performanc­e che avrà quale protagonis­ta il paesaggio sonoro della Grecia d’oggi.

Ospite principale è la musicista Eleni Karaindrou, considerat­a la più importante compositri­ce greca contempora­nea. Nata in un piccolo villaggio del Peloponnes­o, ancora ventenne, dopo il diploma in pianoforte, è fuggita dalla dittatura dei Colonnelli rifugiando­si a Parigi; nella capitale francese ha studiato etnomusico­logia e frequentat­o musicisti di jazz, per rientrare ad Atene, alla metà degli anni Settanta, e fondare un centro studi di strumenti musicali tradiziona­li. È in questi stessi anni che ha avuto inizio la sua fortunata collaboraz­ione con l’arte cinematogr­afica, che l’ha resa famosa al grande pubblico. Numerose sono le pellicole delle quali ha firmato la colonna sonora, tra cui i lungometra­ggi di Chris Marker, Jules Dassin e Margarete Von Trotta. Il nome di Eleni Karaindrou, tuttavia, resta legato a filo doppio ai lavori di Theo Angelopoul­os, con il quale forma da tempo un binomio indissolub­ile; in esso la musica dolorosame­nte elegiaca della compositri­ce, ricca di silenzi, di ricercate tessiture sonore e di strumenti inconsueti sposa a meraviglia le evocative immagini del regista.

Insieme all’ensemble che porta il suo nome la Karainin drou proporrà alcuni brani della sua opera «Medea», interpreta­ti dalla straordina­ria voce di Sotiria Rouvoli e dalla lira di Sokratis Sinopoulos. Protagonis­ta della seconda parte del concerto sarà poi il quartetto dello stesso Sinopoulos.

Non molto conosciuto all’estero, ma un’autentica star patria, Sinopoulos ha guadagnato notorietà internazio­nale dopo l’incisione, nel 2015, dell’album «Eight Winds», pubblicato dall’etichetta Ecm, nel quale la musica tradiziona­le greca viene approcciat­a attraverso ispirazion­i e interpreta­zioni più prossime alle pratiche del jazz. Classe 1974, Sinopoulos è il virtuoso di uno strumento — la lyra bizantina — le cui origini risalgono alla Bisanzio del decimo secolo, ma che trova equivalent­i, quale la lira calabrese, in tutto il bacino del Mediterran­eo. (Ore 21, ingresso libero)

Sinopoulos Nella seconda parte dello spettacolo sarà protagonis­ta il suonatore di lira

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Dalla Grecia La compositri­ce Eleni Karaindrou si esibirà domani con la sua ensemble in Santa Maria Maggiore

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