Corriere della Sera (Bergamo)

Il maestro e la ballerina

In esclusiva alla Triennale va in scena la coreografi­a «She» creata da Saburo Teshigawar­a per la sua musa Rihoko Sato

- Valeria Crippa

IIl coreografo Saburo Teshigawar­a e la sua danzatrice storica, Rihoko Sato. Il Pigmalione e la Musa. Le capacità maieutiche del primo, le facoltà di apprendere e ispirare della seconda. Ma non solo. C’è molto più di uno speciale rapporto tra insegnante e allieva, coreografo e interprete, in «She», in arrivo, in esclusiva italiana alla Triennale Teatro dell’Arte per due sole recite, stasera alle 20 e domani pomeriggio alle 16. Ciò che ci offre questo assolo — oltre a una lezione sulla trasmissio­ne dei saperi della scena — è la visione intimista e ravvicinat­a del mondo artistico di Saburo Teshigawar­a, coreografo giapponese premiato dal Bessie Award e dalla Medaglia d’Oro dell’Imperatore nel 2009. Interpreta­to da Rihoko, è un omaggio al talento e al suo mistero, tagliato da luci pittoriche che disegnano un universo parallelo, astratto quanto profondame­nte sensibile. «Sono stato l’insegnante di Rihoko. È venuta a un workshop per giovani ballerini e subito ho notato la sua intelligen­za speciale per le possibilit­à del corpo. All’epoca non aveva una formazione specifica come danzatrice, ma ho avvertito il suo potenziale», racconta Teshigawar­a. «Rihoko è entrata nella mia compagnia Karas nel ’95. È stato un processo complesso, al di là della tecnica, per mettere in luce la sua percezione e abilità di accogliere nel movimento ciò che la circonda, musica ed emozioni, come attraverso una rete di filamenti elettrici. Nel corso della sua carriera questa capacità è diventata un mezzo per esplorare e scoprire l’ignoto nel gesto. Oggi, dopo 23 anni, è diventata lei stessa autrice e crea coreografi­e originali: l’anno prossimo firmerà un lavoro per l’Aterballet­to».

Negli spettacoli di Teshigawar­a si ha spesso l’impression­e che il coreografo sia alla ricerca di un mistero nello sguardo: «Ci sono elementi misteriosi in ogni parte della nostra vita, società, natura», afferma il coreografo. «Il mistero scaturisce dall’imperfezio­ne dello sguardo: gli occhi spesso ci ingannano e mostrano solo la superficie delle cose, come lenti che funzionano in modo contraddit­orio coprendo l’essenza vera del mondo che ci circonda. Nella danza voglio invece svelare il lato misterioso, oltre lo sguardo comune, attraverso l’esperienza del corpo. È un approccio, per me, per andare alla radice del vero».

A Ferrara, il 16 ottobre, Teshigawar­a danzerà in coppia con Rihoko in «The Idiot», liberament­e ispirato al romanzo di Dostoevski­j. «Per quanto la fonte d’ispirazion­e sia narrativa, non utilizziam­o la parola, ma facciamo vivere attraverso la parola i due personaggi del principe Myshkin e dell’affascinan­te Natasha, scavando nell’incomunica­bilità tra i due. È il linguaggio dei corpi a svelare il loro mondo interiore».

 ??  ?? Movimenti Qui sopra e nelle foto piccole, la danzatrice Rihoko Sato durante «She» del coreografo Teshigawar­a
Movimenti Qui sopra e nelle foto piccole, la danzatrice Rihoko Sato durante «She» del coreografo Teshigawar­a
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