Corriere della Sera (Bergamo)

«Con l’afrotrap denunciamo le ingiustizi­e»

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Mescolano tutto, percussion­i tribali e ritmi del continente nero, sinth europei e sonorità pop americane. I Master Dna lanciano il genere afrotrap con l’omonimo brano: il video, che sarà pubblicato venerdì sul canale Youtube della loro etichetta The Key Entertainm­ent, è stato girato in gran parte in un parco museo di Urgnano e, gli interni, a Villa Luna in Città Alta. Si vedono i ballerini del collettivo Criminal dancers, ovvero l’equadoregn­a Esko Lets, l’ivoriana Kevine, Moa Oue del Burkina Faso, il ghanese Goldblaak, oltre a Mada Key, sempre della Costa d’Avorio, scatenarsi nei balli africani sui versi del trio rap.

A incalzare con la voce è la crew composta da Kristah, nome d’arte di Adisatu Sulemana, 25 anni, ghanese di Azzano San Paolo, IBM, all’anagrafe Ibrahim Songne, 24, commesso di Dalmine, e Derek Lemar, ovvero Harouna Dabre, 27, marmista, di Bergamo, entrambi burkindi. «L’intento è far capire come ci si sente quando si balla l’afrotrap, mostrando i passi definiti, è un segnale di apertura, non vogliamo ghettizzar­ci o chiuderci, ma divertirci insieme», sorride Derek che al cinema è stato il Brighella di colore in «Io, Arlecchino» con Giorgio Pasotti. Nel filmato compaiono anche due ragazze immagine bergamasch­e, Elisa Ravazzi e Marta Federico. Il brano, che il 27 ottobre sarà presentato al Sio Café a Milano, è stato registrato da Walter Bonnot nel suo studio di Viareggio con il microfono usato da Freddie Mercury per incidere «Bohemian Rhapsody» e acquistato all’asta come cimelio, mentre le basi sono di Justin Belluno. La formazione di rap, hip hop e funky è nata, quattro anni fa, per dare a colpi di rime un messaggio di integrazio­ne e ha partecipat­o a convegni, esponendo alla facoltà di Filosofia le aspettativ­e degli afrobergam­aschi, ma anche le difficoltà. «Denunciamo le ingiustizi­e, i lavori sottopagat­i, il precariato, le dipendenze, insomma tutto ciò che ci rende schiavi moderni, temi che abbiamo trattato nel singolo “Libertà” dal video girato nelle celle di Sant’Agata, contenuto nell’ep “Da zero a...”», racconta Derek che fa anche parte del collettivo Rap Pirata fondato da Inoki Ness e ha un passato difficile: quando aveva otto anni ha raggiunto, con la sorella, i genitori che già vivevano a Grassobbio. Già dal nome della crew se ne intuisce la filosofia. «Le seconde generazion­i nella società multietnic­a sono il master Dna, un popolo “in between”, il risultato di una mescolanza che guarda al Paese d’origine e a quello di arrivo, un’evoluzione genetica che cerca di eccellere», conclude il cantante.

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 ??  ?? CrewDa sinistra: IBM, Kristah e Derek Lamar, i Master Dna
CrewDa sinistra: IBM, Kristah e Derek Lamar, i Master Dna

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