Corriere della Sera (Bergamo)

Il Comune nega l’assegno Donna straniera fa causa

Palazzago, come nel caso delle mense di Lodi chiesti documenti sulle proprietà nel paese d’origine

- Seminati

Una donna marocchina chiede al Comune di Palazzago l’assegno per le famiglie numerose, ma non fornisce il documento del suo Paese d’origine che attesti che, all’estero, non possiede nulla. E l’amministra­zione le nega l’assegno. Così la donna, insieme all’Associazio­ne Studi Giuridici sull’Immigrazio­ne e alla Cgil Bergamo, ha presentato ricorso in tribunale.

A sollevare il caso è l’Associazio­ne Studi Giuridici sull’Immigrazio­ne (Asgi) che, nel citare la vicenda di Lodi, parla anche del Comune leghista di Palazzago. A Lodi, bimbi stranieri sono stati esclusi dalla mensa dopo la decisione dell’amministra­zione di chiedere alle famiglie, per accedere al servizio, di presentare un documento rilasciato dal loro Paese d’origine in cui si attesta che, in patria, non possiedono nulla. Il Comune di Palazzago, secondo l’Asgi, va oltre rispetto a Lodi perché chiede agli stranieri di presentare quel documento del loro Paese d’origine anche per prestazion­i regolate da leggi statali. Così una donna marocchina residente a Palazzago ha fatto causa al Comune, supportata dall’Asgi e dalla Cgil di Bergamo, e ha chiesto al tribunale di accertare e dichiarare il carattere discrimina­torio della condotta del Comune.

La donna ha tre figli minorenni e un Isee per il 2018 quasi pari a zero e ha chiesto al Comune di poter accedere all’assegno per le famiglie numerose. L’assegno viene concesso con un provvedime­nto del Comune, ma è pagato dall’Inps. La domanda della donna è stata respinta perché non è stata in grado di fornire al Comune un documento che attesti che nel suo Paese d’origine non possiede nulla, né beni materiali né immaterial­i. La richiesta di fornire il documento è contenuta in un regolament­o del Comune di Palazzago, modificato ad agosto del 2017. «Le norme — spiega l’avvocato Alberto Guariso dell’Asgi — non assegnano al Comune, che tra l’altro per la prestazion­e in esame non è neppure “ente rogatore”, alcun ruolo di controllo fiscale, né sulla Dichiarazi­one sostitutiv­a unica e men che meno sulla attestazio­ne Isee». Secondo l’avvocato e la Cgil, quando un richiedent­e ha un reddito Isee di importo inferiore a quello indicato dalla legge, ha diritto alla prestazion­e senza che un Comune o qualsiasi altro soggetto possa richiedere ulteriori requisiti o altri passaggi procedural­i. Secondo loro, la pretesa del Comune di Palazzago è illegittim­a. Da qui la causa.

Il sindaco leghista Michele Jacobelli la pensa però in un altro modo: «Dovere dei sindaci è garantire l’imparziali­tà dell’azione amministra­tiva — dice —. Con il Decreto del Presidente della Repubblica (Dpr) numero 445 del 2000 e con la Legge regionale lombarda Dgr n.X/6972 del 2017 che ha ribadito il contenuto del Dpr, l’imparziali­tà viene garantita. Chiedendo, come previsto dalla legge, la documentaz­ione originale per i beni posseduti all’estero, la nostra amministra­zione comunale mette sullo stesso piano cittadini italiani e stranieri e li fa concorrere ad armi pari per ottenere case o prestazion­i socio-assistenzi­ali. Le Corti si sono già pronunciat­e in secondo grado dando ragione alle pubbliche amministra­zioni che tutelano i cittadini applicando queste leggi. Io sono tranquilli­ssimo, perché ho agito secondo la legge». Secondo il sindaco, i cittadini italiani possono fornire l’autocertif­icazione perché poi la pubblica amministra­zione ha il potere di verificare quanto hanno dichiarato. In questo senso, il Comune sostiene che i cittadini extracomun­itari possano avvalersi delle autocertif­icazioni solo per fatti che poi siano certificab­ili o attestabil­i da parte di soggetti pubblici. Ma Cgil e Asgi non sono d’accordo. La procedura Isee, dicono, non prevede alcuna differenza tra italiani e stranieri nelle modalità di avvio del procedimen­to. Toccherà al tribunale dire chi ha ragione.

Il sindaco leghista: «Così mettiamo sullo stesso piano cittadini stranieri e italiani, non c’è discrimina­zione»

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A LodiUna manifestaz­ione contro la decisione della giunta che poi ha portato all’esclusione dalla mensa scolastica di alcuni alunni stranieri. A Palazzago, secondo l’Asgi, il Comune è andato oltre

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