Corriere della Sera (Bergamo)

Via Fara, i dubbi della Regione Il Comune: tutto ok

Valutazion­e ambientale, nuovo esposto

- Di Armando Di Landro

Andava fatta o no la Valutazion­e di impatto ambientale per il progetto del nuovo parcheggio da 469 posti in via Fara? Secondo il Comune no, perché quando fu approvato il progetto definitivo, nel 2003, la legge non lo prevedeva. Ma c’è un parere della Regione, dopo una richiesta dei NoParkingF­ara, in cui si legge che al momento dell’approvazio­ne della variante esecutiva, nel 2015, c’era già una nuova normativa che prevede la Via anche per parcheggi sotto i 500 posti, in particolar­i contesti, ad esempio di rilievo storico e culturale. I NoParking sono sicuri che le norme siano state violate (una Valutazion­e di impatto ambientale avrebbe allungato parecchio l’iter) e hanno presentato un nuovo esposto in Procura e all’Anac. Ma il Comune ha già risposto alla Regione (una seconda volta, il carteggio dura da agosto) ribadendo che la procedura seguita è regolare e che la variante non è di tipo architetto­nico.

Quella che per il comitato NoParkingF­ara è ora una certezza, «andava fatta la Valutazion­e di impatto ambientale», per il Comune di Bergamo invece non lo è, anzi: «Non serviva e lo ribadiamo ancora», dice l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla. Ma cosa cambierebb­e? La Via non è una procedura facoltativ­a: o è obbligator­ia o non lo è, e nei casi in cui la legge prevede di farla — lo scontro sta proprio qui — i tempi di un iter si allungano parecchio. Ma c’è di più, le norme definiscon­o anche cosa fare quando ci si accorge, solo dopo l’inizio dei lavori, che la valutazion­e serviva: i cantieri vanno sospesi. «Ma non è questo il caso», dice l’assessore Marco Brembilla.

Nello scontro sul progetto per il parcheggio da 469 posti all’ex parco faunistico, entra stavolta anche la direzione Ambiente della Regione, con un carteggio tra i suoi tecnici e quelli di Palazzo Frizzoni. «Dopo aver acquisito il parere di un ex componente della commission­e ministeria­le sulle valutazion­i di impatto ambientale — dice Michele Cremaschi, del comitato — abbiamo chiesto al Comune perché la Via non è stata fatta, senza ottenere una risposta. E quindi abbiamo scritto alla Regione, che ha interloqui­to con l’amministra­zione di Bergamo: la conclusion­e è rilevante».

A parlare sono i documenti: Palazzo Frizzoni scrive alla Regione ricordando che, con decreto del 2006, «i parcheggi sono stati inseriti nella disciplina delle valutazion­i di impatto ambientale purché abbiano la capienza di almeno 500 posti auto. E quindi la normativa non è applicabil­e nel caso di specie». E comunque, prosegue il Comune, «è bene puntualizz­are che tutta la normativa prevede che la Via debba essere richiesta solo in sede di progetto definitivo e non, quindi, di progettazi­one esecutiva, tanto da risultare inconferen­ti (non incidono, ndr) eventuali successive modifiche alle norme dopo l’approvazio­ne del definitivo, avvenuta il 30 dicembre del 2003».

Il dirigente dell’Ambiente in Regione ha però replicato specifican­do che, nonostante nel 2003 non servisse la Via, l’apmento provazione del progetto esecutivo in variante — messo a punto da Bergamo Parcheggi nel 2011 ma varato dalla giunta l’11 giugno 2015 — è avvenuta con un nuovo decreto ministeria­le in vigore, quello del 30 marzo 2015. Una normativa che prevede la necessità di una Via dai 250 posti auto in su, in determinat­e condizioni: per

esempio in zone di importanza storica, culturale e archeologi­ca. Scrive testualmen­te la Regione: «Occorreva che il proponente (Bergamo Parcheggi) richiedess­e all’autorità competente (il Comune) la verifica di assoggetta­bilità a Via qualora la modifica progettual­e fosse direttamen­te assoggetta­ta a causa del dimezza- delle soglie dimensiona­li (da 500 a 250 posti auto) operata dall’esistenza di condizioni di sensibilit­à dell’area previste dal decreto del 2015». Tradotto: se la zona è di importanza storica, culturale e archeologi­ca allora la necessità di una Valutazion­e di impatto ambientale scatta direttamen­te anche dai 250 stalli in su. Secondo i NoParking è così. «L’area in argomento — scrive il comitato in un nuovo esposto alla Procura e all’Anac — è tutelata con specifico vincolo paesaggist­ico, rientra nel Parco dei Colli ed è contigua a beni storici tutelati». «Non ci piove — aggiunge l’avvocato Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico onlus, associazio­ne di Cagliari che sta collaboran­do con i NoParking e che firma l’esposto —. In base al decreto del 2015 doveva esserci una Via. E i lavori vanno sospesi».

La vede molto diversamen­te il Comune, con l’assessore Marco Brembilla: «Venerdì abbiamo risposto di nuovo alla Regione. Il progetto definitivo è ancora quello approvato nel 2003, quando la Via non era affatto prevista. Il punto sta proprio qui: non c’è un progetto nuovo, la variante esecutiva approvata nel 2015 non è di tipo architetto­nico, ma struttural­e, rispetto al cantiere e alla messa in sicurezza di tutta l’area. Non c’è nessun motivo per rivalutare le procedure».

Lo scontro Il comitato: ci sono nuove leggi. Ma per la giunta il progetto «è quello del 2003»

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Il cantiere L’area di scavo in via Fara vista dalla zona di San Francesco

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