Irrigazione anti-spreco Rivoluzione da 17 milioni
Il Consorzio di Bonifica presenta il progetto. Farà risparmiare due terzi d’acqua
Otto comuni, duemila ettari di campagna, 120 chilometri di tubi per alimentare i terreni di 60 aziende agricole. Però, consumando un terzo in meno dell’acqua. È il progetto del Consorzio di bonifica. Ma c’è un nodo: l’opera è da realizzare entro il 2023, ma i fondi Ue del 2014 arrivano solo ora da Roma.
Otto comuni coinvolti con 2 mila ettari di campagna su cui stendere 120 chilometri di tubature per «dissetare» oltre 60 aziende agricole, consumando però un terzo dell’acqua sinora utilizzata. È un progetto in grado di rivoluzionare l’agricoltura bergamasca quello per cui il Consorzio di bonifica della media pianura ha ottenuto un finanziamento di 17,4 milioni di euro dal Piano di sviluppo rurale nazionale, che assegnava fondi europei.
I campi avranno un’infrastruttura finora mancante: con tre interventi diversi sarà creata una rete idrica in pressione, sul modello di quella che già raggiunge i centri abitati. «L’obiettivo è riuscire a irrigare con maggiore efficienza — chiarisce il presidente del consorzio Franco Gatti —. Oggi l’acqua viene portata con l’irrigazione a scorrimento, attraverso fossi e canali arriva alle colture ma solo una minima parte è assorbita e il resto torna in falda».
Rispetto al metodo tradizionale la nuova rete idrica a servizio della campagna promette di utilizzare due terzi d’acqua in meno di quella attuale, con un’irrigazione di precisione. «Si pomperà acqua fino ai bordi dei campi — aggiunge il vicepresidente Mario Scaini — poi saranno le aziende agricole a provvedere, dotandosi di apposite macchine idranti».
Sono tre gli ambiti in cui il Consorzio interverrà: il primo di 527 ettari lungo la roggia Serio tra Zanica e Urgnano per 5,3 milioni di euro, il secondo di 850 lungo la roggia Borgogna, comuni di Costa di Mezzate, Bolgare, Calcinate, Bagnatica e Cavernago per 6,6 milioni di euro, e il terzo di 513 a Caravaggio, per 5,5 milioni di euro.
«Questo ci permetterà di garantire l’acqua anche d’estate — precisa Gatti — evitando ciò che è successo anche quest’anno con diverse aziende agricole, che hanno perso il raccolto. Il problema riguarda soprattutto le zone irrigate da rogge che pescano l’acqua dal Serio. Le difficoltà nascono dal suo corso torrentizio e dalla variabilità delle portate del fiume anche nella stessa giornata». Un problema legato anche alla diga del Barbellino, aperta a spot per produrre energia elettrica. Per regolare le portate servirebbe un’opera a valle, ad esempio le vasche di laminazione di cui si parla da anni senza risultati, ad Albino (costerebbero 50 milioni di euro).
«Il nuovo sistema di irrigazione — spiega ancora Gatti — sarà il primo passo verso un’agricoltura 4.0 molto più tecnologica, in cui il Consorzio vuol essere protagonista con la cascina di Medolago che sta ristrutturando, dove inserirà un centro di sviluppo e formazione. In un futuro prossimo i campi saranno controllati dall’alto con droni che valuteranno l’umidità e la necessità di irrigare».
Intanto però il Consorzio si trova a lottare contro il tempo per poter spendere i fondi ricevuti. «I fondi europei sono stati stanziati nel 2014 — conclude il presidente — ma ci sono voluti 4 anni perché il ministero li assegnasse. La graduatoria è ancora provvisoria e manca ancora il decreto, poi bisognerà fare gli appalti. Insomma rischiamo di perdere ancora un anno prima di aprire i cantieri mentre i lavori devono essere conclusi e rendicontati entro il 2023, pena dover restituire alla Ue i fondi».
Il nodo Ma i fondi Ue del 2014 arrivano solo ora da Roma: opera da fare entro il 2023
❞ L’acqua sarà garantita anche d’estate, aggirando il problema che riguarda il carattere torrentizio del Serio Franco Gatti Presidente Consorzio di Bonifica