Inquinamento distrutto dalle radiazioni
Quando una tesi di laurea può trasformarsi in opportunità di lavoro. È quello che è successo a Cristian Prometti, Marta Sonzogni e Giada Viganò, laureati in Ingegneria edile all’Ateneo bergamasco con una tesi sul disinquinamento delle acque da microinquinanti difficilmente rimuovibili. Di cosa si tratta? Di sostanze derivanti da farmaci, industria chimica, come pesticidi o cosmetici, che «si trovano in concentrazioni minime nelle acque e a cui la normativa non pone ancora limiti, ma sono dannosi per la fauna e flora acquatiche e per la salute dell’uomo, per la comparsa di allergie cutanee», dice Prometti.
Aiutati nella parte di business plan da
Davide Besana, laureato in
Economia e Commercio, hanno ideato «Photocatalytic Foam», aggiudicatosi i 5 mila euro del secondo posto. Il progetto consiste nella realizzazione di «una tavoletta in materiale ceramico, cosparsa di fotocatalizzatori che usano radiazioni visibili, come le lampade a neon — precisa Sonzogni —. Immersa nell’acqua inquinata degli impianti di depurazione, la tavola viene illuminata e si attiva la reazione di fotocatalisi che distrugge gli inquinanti». (d.m.)
In Ateneo Il progetto nato da una tesi sul disinquinamento delle acque