Bolle e Zacharova Tre volte «Manon»
Amore, lussuria e gioco d’azzardo nel secolo dei Lumi, tra salotti parigini e malsane paludi della Louisiana. Riecco alla Scala, da stasera alle 20 fino al 2 novembre, «L’Histoire de Manon», ovvero l’inarrestabile ascesa sociale (seguita da rovinosa caduta) della Lolita settecentesca uscita dalla penna dell’Abbé Prévost e modellata dalla coreografia di Kenneth MacMillan, maestro del balletto narrativo britannico che firmò nel ‘74 il capolavoro sulla musica di Jules Massenet per la coppia Antoinette Sibley ed Antony Dowell, con scene e costumi sontuosi di Nicholas Georgiadis. Il balletto, entrato nel repertorio scaligero nel ’94 con Alessandra Ferri e Julio Bocca, ha trovato i suoi attuali eroi nella coppia formata da Svetlana Zakharova e Roberto Bolle e viene ora ripreso con la supervisione coreografica di Julie Lincoln e Yuri Uchiumi. I due divi tornano ad affrontare il titolo per tre recite pressoché esaurite, stasera, il 19 e 24 ottobre per poi passare il testimone ad altre coppie, tra conferme e debutti (biglietti 150/11€, www.teatroallascala.org): Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko balleranno il 19 (pomeridiana) e il 20, Emanuela Montanari e Claudio Coviello il 27, Virna Toppi e Marco Agostino il 2 novembre. Sul podio dell’Orchestra della Scala, Felix Korobov.