Corriere della Sera (Bergamo)

Ex Clarisse, offerta degli Istituti educativi

La Fondazione potrebbe superare all’asta il Comune. Progetto sociale per il rilancio

- Simone Bianco sbianco@corriere.it

A luglio il Comune aveva annunciato l’intenzione di acquistare l’ex convento delle Clarisse, a Boccaleone, per 250 mila euro. Ora, in vista dell’asta che si terrà a dicembre, scendono i campo gli Istituti educativi. La Fondazione controllat­a dalla Provincia è pronta a presentare una sua proposta di 300 mila euro con un progetto di recupero per l’edificio abbandonat­o da anni. «L’idea è di sviluppare una struttura con funzioni sociali», indica il presidente Luigi Sforzi.

Nella partita delle ex Clarisse di Boccaleone entrano anche gli Istituti educativi. La Fondazione controllat­a dalla Provincia avanzerà un’offerta nell’asta per la cessione dell’ex complesso, oggi in rovina, utilizzato per bivacchi di senzatetto e traffici di droga. Le offerte dovranno essere depositate a dicembre, ma ci sono già un paio di punti fermi: il Comune a luglio aveva reso pubblica l’intenzione di investire per l’acquisto dell’area non più di 250 mila euro e di programmar­e una demolizion­e degli edifici esistenti, senza però avere un progetto chiaro per la riqualific­azione.

Demolire sarà sicurament­e necessario, poi però si tratta di ricostruir­e. «Non meno di 3 milioni», la stima fatta in estate dall’assessore alla Riqualific­azione urbana del Comune di Bergamo, Francesco Valesini, per un restauro delle ex Clarisse. Troppo costoso. Meglio abbattere tutto, eliminando quindi spazi che attirano sbandati di vario genere, eliminando alla radice un problema sentito dal quartiere, pur non avendo risorse e idee precise sul futuro. In questo quadro, gli Istituti educativi, guidati da pochi mesi da Luigi Sorzi, in un Cda nominato dal presidente della Provincia uscente, Matteo Rossi (egli stesso membro del Cda insieme al segretario uscente del Pd Gabriele Riva), planano sulle ex Clarisse come un cavaliere bianco. «Il Cda ha fatto una prima valutazion­e — dice Sorzi — e potrebbe aver senso un’offerta intorno ai 300 mila euro». Sufficient­e a superare quella del Comune. Con un’appendice non indifferen­te: la Fondazione sta ipotizzand­o un progetto di recupero dell’area. «L’idea è sviluppare una struttura con funzioni sociali», si limita a dire Sorzi. C’è tempo e sembra anche esserci molto spazio, nel senso che negli ultimi anni le aste sulle ex Clarisse sono puntualmen­te andate deserte, nel giro di cinque anni si è passati da un prezzo base di 4 milioni a ipotesi di offerta di poche centinaia di migliaia di euro. La Fondazione investirà sull’idea, non solo con un consulente che curi l’asta, ma anche con un profession­ista che faccia un progetto preliminar­e, legato al contesto urbano in cui andrà calato. «Ma ancora non abbiamo assegnato incarichi», dice Sorzi.

D’altra parte, la situazione patrimonia­le degli Istituti educativi è solida (terreni e palazzi per 120 milioni di euro) e, unita a bilanci in attivo, permette di ipotizzare investimen­ti importanti anche per le strategie dell’amministra­zione cittadina. Non solo in periferia, ma anche in centro, ad esempio sull’ex Albergo Commercio. Si era ipotizzato un nuovo ostello in via Tasso: «Pensiamo piuttosto al progetto di un vero e proprio hotel — spiega Sorzi —, ma è un’idea ancora da sviluppare».

In via Tasso L’ex Hotel Commercio potrebbe tornare ad essere un albergo

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Ex convento Le clarisse hanno lasciato Boccaleone nel 1964

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