Corriere della Sera (Bergamo)

Dal Mondiale il gioco veloce di Carlotta Cambi

La finale persa dall’Italia contro la Serbia conferma la qualità della Cambi, palleggiat­rice della Zanetti

- Amaglio

Si infrange a un passo dalla gloria il sogno dell’Italvolley femminile di alzare al cielo la sua seconda coppa iridata. Le azzurre, purtroppo altalenant­i nei momenti clou del match, cedono il passo alla Serbia dopo due ore di battaglia (25-21; 14-25, 25-23, 19-25, 1215) e si devono accontenta­re della medaglia d’argento.

Un traguardo comunque storico, non solo perché si tratta del secondo podio mondiale della storia della pallavolo femminile dopo l’oro in Germania nel 2002, ma soprattutt­o in virtù del fatto che le ragazze di Mazzanti, con un’età media di 23 anni e un mese, erano di gran lunga la squadra più giovane delle final six: solo Cristina Chirichell­a e Monica De Gennaro erano presenti alla rassegna iridata del 2014.

Ed è stata la mancanza di esperienza a condannare l’Italia: a un primo e un terzo set stupendi, caratteriz­zati da un’incisività pazzesca al servizio, la nazionale azzurra ha alternato un pessimo volley nel secondo e nel quarto parziale. Una prova in chiaroscur­o che è proseguita anche nel tie break, condotto nel gioco e nel punteggio fino all’8 a 6 e poi gettato all’ortiche per un paio di errori sanguinosi e sotto i colpi di Boskovic e Mihailovic.

Ma, come detto, la rassegna giapponese rappresent­a solo il primo passo verso un’altra trasferta in Estremo Oriente: tra due anni a Tokyo si terranno le Olimpiadi, manifestaz­ione che ha sempre respinto le azzurre.

Nel frattempo, le ragazze della nazionale italiana torneranno nei club con tanta consapevol­ezza in più. Il mondiale, infatti, ha consacrato l’opCambi posto Paola Egonu, devastante 19enne che farà le fortune di Novara, ma ha confermato anche la consistenz­a di Moki De Gennaro e di Lucia Bosetti, oltre alla crescita di Anna Danesi e Miriam Sylla.

In chiave orobica, Carlotta ha rafforzato ciò che di buono si dice sul suo conto. La palleggiat­rice della Zanetti Bergamo, per quanto partisse dalla panchina, quando ha rilevato Lia Malinov ha dimostrato quanto siano veloci le sue mani: la toscana in finale è stata l’unica in grado di innescare le centrali Danesi e Chirichell­a, ma nel corso di tutta la rassegna iridata ha fatto capire che il gioco in velocità è il suo forte, insieme a un servizio insidioso. A Bergamo, insomma, coach Bertini può sorridere, e con lui Olivotto, Tapp e Strunjak, le tre centrali del roster che non vedono l’ora di ricevere gli assist della compagna.

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 ??  ?? Sul podio L’abbraccio delle giocatrici italiane dopo la sconfitta nella finale dei Mondiali contro la Serbia al tie break. In basso a sinistra, Carlotta Cambi, della Zanetti
Sul podio L’abbraccio delle giocatrici italiane dopo la sconfitta nella finale dei Mondiali contro la Serbia al tie break. In basso a sinistra, Carlotta Cambi, della Zanetti

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