Benemeriti e nomine, il finale di Rossi
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA: RIFAREI TUTTO
Letta davanti a 80 sindaci la relazione di fine mandato, Matteo Rossi inizia il conto alla rovescia per gli ultimi giorni da presidente della Provincia. Prepara l’intitolazione a Yara della Cittadella dello sport e la consegna delle benemerenze: tre riguardano il suo paese Bonate Sopra.
Domani pomeriggio farà il giro degli uffici e saluterà uno per uno gli impiegati del palazzone di via Tasso. Ieri ha letto a un’ottantina di sindaci di tutti i partiti sei pagine di relazione di fine mandato; quella completa ne ha ventuno e apre con la frase di un sacerdote attaccato dai fascisti: «Le idee valgono non per quello che rendono, ma per quello che costano». Matteo Rossi è arrivato al conto alla rovescia del suo mandato da presidente della Provincia: alle elezioni che sceglieranno il suo successore mancano ormai solo dieci giorni.
Al suo fianco ieri ha voluto proprio i due candidati Gianfranco Gafforelli e Fabio Ferla. Il primo sostenuto da Pd e civici, il secondo dal centrodestra. Ma è quest’ultimo a dare un giudizio più positivo dell’operato del dem Rossi: «Un amministratore deve lavorare per raggiungere gli obiettivi che si è prefisso. Credo che Rossi abbia fatto un grande lavoro per portare a termine molte opere, tra grandissime difficoltà nel trovare le risorse, riuscendo sempre a chiudere i bilanci ed evitando i dissesti». Più freddo Gafforelli: «Tutto sommato do un giudizio positivo sul suo operato. Ha fatto qualche errore ma ha lavorato tra grandissime difficoltà soprattutto per i primi due anni, per cui gli darei la sufficienza. Anzi, diciamo: un sette».
Rossi rivendica tre cose: «Lo stile: ho cercato il massimo della condivisione possibile e anche questo è un contenuto politico; l’innovazione del modo di essere Provincia mettendosi a disposizione del territorio; un nuovo modello di sviluppo fatto di rilancio della sostenibilità, delle infrastrutture su ferro e formazione come chiave dell’innovazione». Di errori non gliene vengono in mente: «Me li dicono gli altri, ma ho sempre fatto quello che ho ritenuto giusto fare e rifarei tutto».
Al termine della relazione, applausi, sorrisi e pacche sulle spalle. Ma si vede che a Rossi dispiace cedere la carica che aveva assunto in un periodo di sprofondo economico delle Province: «Un’esperienza bellissima che mi sono sentito addosso come un vestito, che rifarei mille volte e che mi dispiace lasciare. Sono un ragazzo dell’oratorio che ce l’ha messa tutta».
Fallito per questioni di legge elettorale il piano B dell’elezione a consigliere regionale, per il suo futuro ha qualcosa in mente ma non si sbottona. Intanto annuncia che lancerà «una proposta di legge regionale di iniziativa popolare sull’economia sociale, per fare che la Regione sostenga le iniziative che fanno i conti con le comunità e la solidarietà». Per gli ultimi giorni del mandato l’agenda è piena: lunedì la convenzione per cedere il fondo fotografico Goglio a Bergamo nella Storia, martedì a Confindustria, mercoledì in Cgil, venerdì presentazione del nuovo spazio della Provincia per i prodotti tipici nel corridoio di Oriocenter, poi una conferenza internazionale a Città impresa e in serata consegna delle benemerenze provinciali, anticipate di tre mesi rispetto all’ultima volta. Tra i 27 assegnatari nel decreto che ha firmato ce ne sono anche tre proposti da lui stesso e che ruotano attorno al suo paese, Bonate Sopra: il Servizio missionario giovani, la Terza A delle elementari, già ricevuta da Mattarella per l’impegno a favore di un compagno disabile, e anche l’ex direttore della Caritas don Claudio Visconti, originario del paese dell’Isola. Sabato inaugurazione dell’auditorium di via Sora dedicato a Ermanno Olmi alla presenza di Walter Veltroni («È partito tutto vent’anni fa dopo avere letto il suo libro “La bella politica”») e infine le elezioni.
Proprio negli ultimi giorni gli resta da fare i conti con il pasticcio di Pasquale Gandolfi e gli Istituti educativi legati all’asta delle ex Clarisse. «La Fondazione è trasparente e dice che non ci sono incarichi, ma Gandolfi è un professionista che non deve avere vantaggi ma nemmeno svantaggi dal fatto di avere fatto gratis per quattro anni il vice- presidente della Provincia».
C’è anche da stringere i tempi per l’intitolazione a Yara Gambirasio della Cittadella dello sport della Celadina, proprio quella che ospiterà le elezioni provinciali. L’intitolazione sarà accompagnata da un’opera d’arte di cui si sta parlando con un'insegnante di Yara. Ottenuta l’approvazione della famiglia, convinta dal carattere comunitario della struttura, si è deciso di aspettare il terzo grado di giudizio del processo a Bossetti. I tempi si sono quindi allungati e il fascicolo passerà al successore di Rossi. I due candidati vengono colti
Il caso Gandolfi «Non deve avere vantaggi ma nemmeno svantaggi dal fatto di essere stato mio vice»
di sorpresa: «Non ne sapevo niente, ne valuteremo gli aspetti», dice Gafforelli. «Voglio controllare le normative, credo che per le intitolazioni debbano passare alcuni anni», aggiunge Ferla. Chiunque sia il vincitore, ne discuterà con Rossi nell’incontro a porte chiuse per lo scambio delle consegne. È già in agenda anche questo, un’ora e mezza per il 2 novembre. Ma tanto nessuno è superstizioso.