Corriere della Sera (Bergamo)

Pollo ripieno (all’hashish) per il figlio

Il padre gli fa visita in carcere con le polpette di droga: arrestato dalla penitenzia­ria

- Maddalena Berbenni

Le torte con la lima come regalo ai carcerati sono un classico delle barzellett­e. Ma il padre di due detenuti di via Gleno ci è andato vicino. È andato a visitare i figli dietro le sbarre, e per uno di loro aveva due polli arrosto ripieni per il pranzo della domenica. Il problema, hanno scoperto le guardie, era proprio il ripieno: sei polpette di hashish per un etto e 7 grammi. Così l’affettuoso papà, un calabrese residente in Brianza, è stato arrestato.

Visita di un padre in carcere la vigilia del weekend. Alle guardie l’uomo sottopone un pacco che ha con sé. Come da regola, va ispezionat­o. Agli agenti, in un primo momento, deve essere sembrato il pranzo della domenica per i due figli dietro le sbarre. Pietro e Paolo, si chiamano. Avvolti nella stagnola ci sono due polli arrosto, ripieni, come giustament­e richiede il menù della festa. Ma proprio sulla farcitura sorge il problema. Niente ricetta della nonna. Niente profumino da acquolina in bocca. Insomma, niente di buono. In tutti i sensi. Da tre tasche ricavate in pancia a ciascun pennuto spunta la sorpresa: sei polpette di hashish per un etto e 7 grammi pronti da servire in tavola. E in un attimo il cadeau finisce sotto sequestro e il babbo in manette.

La storiella, con finale in tribunale, è di sabato alle 13. Protagonis­ta, ora imputato, Antonio Folino, 58 anni, calabrese che risiede a Cesano Maderno, provincia di Monza e Brianza. Assistito dall’avvocato del Foro di Milano Maria Rosa Megna, al momento ha rimediato gli arresti domiciliar­i in attesa dell’udienza del 22 novembre, quando probabilme­nte cercherà di spuntare un patteggiam­ento.

Folino lavora in un’impresa che si occupa di scavi e, alle spalle, ha lui stesso diversi guai con la giustizia. Fra gli altri, precedenti per ricettazio­ne, minacce e furto aggravato, il reato che ha portato in una cella di via Gleno entrambi i figli. I polli «ripieni» erano però destinati soltanto a Pietro, ha dichiarato lui. Mostrando indifferen­za, il 58enne li ha consegnati in sala controlli, dove la Penitenzia­ria ha proceduto alle verifiche. Difficile che il «peso» anomalo del finto banchetto passasse inosservat­o.

L’hashish era suddiviso in sei panetti avvolti in cellophane ed infilati nei petti sezionati e in precedenza fatti cuocere in padella. Folino è stato quindi arrestato e, su indicazion­e del pm Carmen Pugliese, sottoposto a perquisizi­one. Addosso non aveva nulla, nemmeno in macchina. A casa, però, gli agenti hanno scoperto un piccolo arsenale, che al momento è un bel mistero. Aveva una pistola a salve, cartucce militari e una bomba a mano. Spetterà ora alla procura di Monza, competente per territorio, capirne l’origine. Davanti al giudice Alessandra Chiavegatt­i, Folino ha risposto solo per la detenzione per lo stupefacen­te, negando di essere complice nel trasporto. Non sapeva niente, sostiene. «Il pacco mi è stato dato da un marocchino in bicicletta fuori dal carcere — è stata la sua versione —. Mi era già capitato. Mio figlio mi aveva detto che era cibo che poi avrebbe diviso con altri detenuti». In attesa delle analisi sulla droga e del rinvio chiesto dall’avvocato Megna, il giudice ha convalidat­o l’arresto e disposto i domiciliar­i con la possibilit­à per l’imputato di uscire per andare al lavoro, da lunedì a venerdì, dalle 5.20 alle 18.

La «farcitura» La Penitenzia­ria ha scoperto sei panetti di hashish: in totale, 107 grammi

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