Per Ilicic l’ammazza Chievo il difficile comincia adesso
Gian Piero Gasperini lo stava aspettando. Da settimane ripeteva l’esigenza di averlo nuovamente. Un’attesa vissuta male. In primis per i risultati. Scadenti, se confrontati con quelli lucenti delle ultime due stagioni. Lo ha cercato, punzecchiandolo anche nell’orgoglio slavo. Perché il problema fisico, l’infezione ai denti, da tempo era solo un ricordo e non poteva più essere una scusa. Ilicic ha risposto. Meglio, ha reagito. Sfornando una prestazione da Europa League. E non solo per la tripletta con cui ha affondato il Chievo. Perché nel curriculum aggiornato dopo la sfida al Bentegodi c’è anche un gol in fuorigioco che poteva essere evitato con un attimo di attenzione e lo slalom gigante sulla destra da cui è nata l’azione che ha portato alla saetta vincente di de Roon per l’uno a zero. Lo sloveno è passato così dall’inferno delle ultime settimane, che ha visto il punto più rovente nel pareggio con il cartellino rosso rimediato con la sua Nazionale contro Cipro di una settimana fa, al paradiso di Verona. È ritornato a far tremare gli avversari con il solo possesso palla. Quando poi inizia le danze sulla sfera, sfruttando tecnica e gambe lunghe un chilometro, quella paura diventa terrore. E gol subiti. Ilicic è ritornato, almeno per una partita. Ora serve che questo ritorno si protragga. A partire dalla sfida con il Parma di sabato pomeriggio a Bergamo. Serve quella continuità che ha dimostrato la scorsa stagione — a sorpresa, lui che è sempre stato additato come «pigro» — di avere, a 30 anni, finalmente acquisito. Perché la sua presenza raddoppia le possibilità dell’Atalanta di fare risultato; perché consente al Papu, soprattutto nell’inedita posizione di falso nueve provata domenica, di avere meno pressioni.