Mercato immobiliare, si ferma la caduta dei prezzi
Le statistiche di Tecnocasa: aumentano le compravendite ma meno che nel resto d’Italia
Il mercato immobiliare di Bergamo continua la sua ripresa e i prezzi degli immobili si avviano verso la stabilità. Lo dicono i dati del Gruppo Tecnocasa sull’andamento del mercato immobiliare e creditizio bergamasco nel primo semestre 2018. Rispetto allo stesso periodo del 2017, le compravendite in generale sono aumentate, con un +3,1% in città e un +3,3% in provincia: andamento positivo ma inferiore alla media nazionale, che arriva a +5%.
La tipologia di abitazione più richiesta a Bergamo è, nel 54,4% dei casi, un trilocale. Quasi la metà di chi lo cerca ha una disponibilità di spesa fino a 119 mila euro. Nonostante le quotazioni del mattone siano diminuite dell’1% rispetto al secondo semestre 2017, siamo di fronte a una tendenza positiva: dal 4,3% del 2008 fino al picco negativo del -11,0% del 2013, il prezzo degli immobili sta infatti risalendo e si sta avviando alla stabilità.
In città, i borghi e Città Alta sono le zone di maggior interesse, con immobili di pregio che attraggono indipendentemente dalla congiuntura economica, quindi con prezzi stabili e più alti rispetto alla media. Nei quartieri periferici invece la domanda si orienta più verso le zone vicine ai poli lavorativi (come l’aeroporto, l’ospedale e il Kilometro rosso) con prezzi contenuti. Anche il mercato degli affitti è attivo, con una domanda molto simile, fatta soprattutto di lavoratori trasferiti e studenti che cercano in zona Università e ospedale: qui il canone si attesta sui 440 euro mensili per un bilocale e 540 per il trilocale.
C’è un aumento significativo anche per quanto riguarda l’erogazione dei mutui, grosso problema negli anni scorsi per chi voleva acquistare. E se in Italia crescono dell’8.5% e in Lombardia del 10,8%, Bergamo resta a -1,1%; ma anche in questo caso è un dato positivo, visto che è in risalita rispetto al 2016 e al 2017. Si tratta quindi di un momento favorevole per i finanziamenti, perché con il significativo ridimensionamento del tasso medio (oggi all’1.8%) oggi accendere un mutuo è molto meno costoso rispetto al 2013.