Il treno per Orio rallentato dal Parlamento
Dopo le elezioni studio fermo per 4 mesi
Quattro mesi di stop dopo le elezioni. Il progetto per il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Orio al Serio ha rallentato a causa della mancanza del governo. Servivano le autorizzazioni a erogare le tranche degli 8 milioni di finanziamento per mettere l’opera su carta. Serviranno poi 102 milioni per realizzarla. Erano state prese in considerazione sei ipotesi. Due, scartate, prevedevano treni da Orio a Milano senza passare per Bergamo, con viaggi da 45 minuti. Un’altra ha studiato una stazione vicino a Oriocenter e un passaggio sotto l’autostrada. Le altre tre sono sostanzialmente simili: un percorso di 4,5 chilometri, di cui metà in galleria artificiale, con due binari che si distaccano dalla Bergamo-Seriate all’altezza della Fiera. Quanto alla stazione, riprende quota la possibilità di un capolinea in superficie, alternativa privilegiata da Sacbo per tempi e costi. «È un’opera fondamentale per lo sviluppo», dice il presidente della società Roberto Bruni.
Riemerge in superficie la stazione di Orio. Finora, studiando la ferrovia fra Bergamo e l’aeroporto, sembrava ormai scontato che i treni sarebbero arrivati a una struttura sotterranea. Invece sta riprendendo quota l’ipotesi di una stazione in piano campagna. Anche se per la decisione servirà ancora tempo.
Una decina di giorni fa a Roma è stato fatto il punto della situazione in un incontro tra Rfi, l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi e il direttore generale di Sacbo Emilio Bellingardi. La progettazione di Italferr era uscita dalla stazione un anno fa e aveva viaggiato a tutta velocità per sei mesi, superando lo studio di fattibilità e puntando verso il progetto preliminare. Si era però fermata a metà strada dopo le elezioni: la mancanza di un governo e delle relative commissioni che dovevano erogare i finanziamenti (per un totale di 8 milioni) ha bloccato tutto per circa quattro mesi. Tornati i finanziamenti è ripartita anche la progettazione, che dovrebbe durare in tutto due anni (mentre altri due anni serviranno per i lavori).
Durante il tragitto i progettisti hanno lavorato su sei diverse ipotesi. Due prevedevano un collegamento diretto tra Milano Centrale e Orio saltando Bergamo: si calcolava un tragitto di 45 minuti contro l’ora abbondante necessaria con la fermata in città. Ipozione tesi però scartate perché l’opera viene vista come un tutt’uno con il capoluogo. «Noi lo intendiamo come un nuovo capolinea della linea ferroviaria di Bergamo — specifica il presidente di Sacbo Roberto Bruni —. Quindi non una sorta di metrò con la città, ma una connessione tra Orio e Milano, e il resto del Nord Italia». Si pensa infatti di far arrivare in aeroporto tutti i treni che partono da Milano Centrale per Bergamo agli 05 minuti di ogni ora.
Tra le altre quattro ipotesi ce n’era perfino una che prevedeva il passaggio sotto l’autostrada e una stazione nei pressi di Oriocenter. Le tre rimaste in corsa si differenziano solo in alcuni dettagli tecnici, e prevedono un percorso di 4 chilometri e mezzo, di cui la metà in galleria artificiale (per ridurre impatto visivo e sonoro), con due binari che si distaccheranno dalla Bergamo-Seriate all’altezza della Fiera, l’interramento sotto via Lunga, tragitto parallelo all’Asse interurbano, passaggio sottoterra della superstrada e infine arrivo in stazione.
Ed è qui che si trova l’ultimo nodo da sciogliere. La sta- sotterranea era favorita perché non intaccava gli scarsi spazi liberi a ovest della pista. Mentre Sacbo aveva fatto sapere di preferire una fermata in superficie per questioni di tempi e di prezzi (la stazione sotterranea costerebbe il doppio). Ma anche di praticità: bisognerebbe risolvere il problema della risalita, cioè di fare arrivare comodamente alle aree check in gente dotata di valigie. La stazione in superficie sarebbe a 50-100 metri dallo scalo, di cui sarebbe comunque parte integrante, e basterebbe un tapis roulant per arrivare alle zone Partenze e Arrivi. Tutte considerazioni che stanno favorendo l’ipotesi dell’arrivo in piano campagna. Certo, Sacbo dovrebbe rinunciare a una fetta dei parcheggi. «Ma bisogna valutare la questione in un ambito di costi-benefici — avverte Bruni —. E spazi, anche minimi, di sviluppo ci sono ancora».
La realizzazione dell’opera costerebbe 102 milioni, somma iscritta nella colonna dei «fabbisogni finanziari 20182021» del Contratto di servizio di Rfi per il triennio. Alla fine dell’anno scorso si era parlato della possibilità di andare alla gara d’appalto nel 2019 con il via ai lavori nel 2020, iniziando così anche prima del raddoppio della Montello-Ponte San Pietro. Tempi da sottoporre a verifica. «Ma l’opera è fondamentale — ripete Bruni —. Non esiste un altro aeroporto con l’importanza e il volume di traffico di Orio che non abbia un collegamento ferroviario diretto».
❞ Opera essenziale: collegherà Orio a Milano e al resto del Nord Italia Roberto Bruni Presidente Sacbo
Sotto terra In metà del tracciato i treni correranno all’interno di una galleria artificiale