La nuova città nei diplomi degli studenti di Botta
LA MOSTRA
Le antiche pietre e gli affreschi della Sala delle Capriate fanno da cornice alla mostra dei Diplomi di architettura 2018 dell’Accademia di Mendrisio dedicati a Bergamo che verrà inaugurata domani pomeriggio nel Palazzo della Ragione. Dai nuovi paesaggi dello Scalo merci allo spostamento dello stadio.
La Sala delle Capriate è invasa dalle proposte progettuali studiate per la città di Bergamo dall’Accademia di Mendrisio. La mostra che inaugurerà domani è il condensato del grande lavoro svolto da centotrenta studenti. Dai progetti alla piccola dimensione del singolo edificio ai piani che considerano il ridisegno di intere parti della città è un’esposizione multiforme e colorata che fa da contrasto alle placide pareti affrescate di Palazzo della Ragione.
Come era logico aspettarsi il lavoro svolto dall’Accademia ticinese fa emergere la particolare importanza data ai modelli, che occupano quasi l’intero spazio della sala. I molti plastici esposti sono raggruppati in base all’Atelier di progetto in cui sono stati elaborati, ciascuno diretto da un architetto di fama internazionale del calibro di Mario Botta, Valerio Olgiati, Aires Mateus, Valentin Bearth, Martin Boesch. Anche se sono solo una selezione del lavoro complessivo dei diplomi discussi in giugno a Mendrisio colpiscono l’eterogeneità delle varie proposte e le molte forme espressive che sono state utilizzate per dare vita ai progetti.
I temi affrontati sono nati da indicazioni date dall’Amministrazione comunale, successivamente rielaborate e interpretate dagli Atelier per le finalità dell’esperimento universitario. Ne è scaturito un caleidoscopio di idee, alcune molto aderenti alla realtà e rispettose del contesto urbano, altre decisamente più azzardate o provocatorie. Non mancano le torri verticali o le proposte di ricollocazione dello stadio o di riconversione dell’attuale palazzetto dello sport, come anche i progetti che immaginano nuovi paesaggi per la grande area dello scalo ferroviario. Ma, con o senza spinta utopica, la qualità dei progetti che trapela dai materiali in esposizione è alta e dimostra la meticolosa cura e bravura con le quali sono stati elaborati.
L’allestimento è essenziale e, come ricorda il curatore Gianluca Gelmini dello studio CN10 Architetti, è organizzato su tre progressivi livelli di approfondimento. I grandi banner che scendono come panneggi verticali dall’alto della Sala delle Capriate individuano i temi di progetto raggruppati in base ai 13 Atelier. I plastici d’insieme e di particolare sono disposti liberamente nello spazio su cavalletti minimalisti e offrono un colpo d’occhio efficace ai lavori degli studenti. E infine i disegni raccolti in 13 album e presentati sui tavoli di un’isola esagonale permettono di entrare ancor più nel dettaglio delle proposte elaborate. La figura dell’esagono della piattaforma richiama la geometria del sistema espositivo sospeso nella sala — progettato dagli stessi CN10 e utilizzato già da tempo per mostre e esposizioni — e, in questo caso, viene utilizzato per appendere i grandi banner. La mostra è organizzata e sostenuta dal Comune di Bergamo, in sinergia con l’Accademia ticinese e il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Bergamo, ed è accompagnata da un catalogo che raccoglie tutti i progetti di diploma.