«La prima volta da ex Pur di vincere rinuncerei ai playoff»
Presidente Massimo Lentsch quante volte ha sognato di giocare questo derby?
«Dal primo giorno. È un grande prestigio affrontare una realtà con la storia che ha Treviglio. Non è una rivincita anche se molti dicevano che non ce l’avrei mai fatta...».
È più tornato al PalaFacchetti dopo l’esperienza da main sponsor?
«No, non ce n’era motivo e avendo cambiato maglia non sarebbe stato giusto».
Dopo il suo passaggio a Bergamo ci sono state alcune schermaglie. Che accoglienza si aspetta?
«Spero che mi accolgano bene, non ho fatto torti a nessuno. C’è stato un episodio goliardico che è stato un po’ strumentalizzato: avevo scritto “Asfaltateli” su una pagina della Fortitudo prima di una gara contro Treviglio. Non era così fuori luogo, io li accetto gli sfottò».
Non pensa di avere esagerato?
«Sono stato rimproverato, un dirigente non deve azzardare certe cose. Ma ho questo sangue passionale che mi penalizza. I tifosi della Remer sanno che io li rispetto e dopo quell’episodio ci siamo chiariti».
In estate si è parlato di fusione con Treviglio. Com’è andata?
«C’è stato un incontro con il general manager Euclide Insogna che mi ha chiesto se eravamo interessati all’ipotesi fusione. Io ho risposto: “Perché no? Parliamone”. Potevamo giocare una gara a Treviglio e una Bergamo. Mi ha salutato dicendomi “Ne parlo con i soci”. E non l’ho più sentito».
C’è un premio partita?
«No, assolutamente. Non fa più parte della mia politica. Agli inizi ero inesperto, anche a Treviglio mi era capitato di entrare nello spogliatoio e promettere».
Scelga: 2 vittorie nel derby con salvezza oppure 2 sconfitte e il raggiungimento dei playoff.
«Vorrei tutto ma se devo proprio scegliere, mi prendo i due derby».
L’ottimo inizio la invoglia a pensare a una ciliegina per completare il roster?
«Sì, se dovessimo andare avanti così, sarebbe un peccato non puntare a un obiettivo superiore».
È Roderick il suo giocatore preferito?
«Mi piace molto. Ha alle spalle una vita difficile, è un po’ stravagante, poco regolare: anch’io mi sento così per l’infanzia che ho avuto».
All’orizzonte c’è un palazzetto da più di 6.000 posti. Pensa davvero alla Serie A?
«Chi lo sta costruendo è matto (ride, ndr). Non esistono società con così tanti tifosi... Questo grande imprenditore deve sostenere, non so in che forma, noi e le squadre di pallavolo. Sarà un’opera magnifica, ma Bergamo ha bisogno di evolversi e non essere Atalanta-centrico».