IL CLIENTE NON GARBA
Io, se fossi musulmano, sarei ferocemente offeso. E mi chiederei soprattutto che razza di Paese sia mai questo, un Paese in cui giustamente mi fanno le pulci dentro le moschee più o meno improvvisate per evitare che diventino centri di sovversione, ma in cui poi vincere una regolare asta diventa un terno al lotto, un gioco delle tre tavolette, pateticamente in bilico sulla squallida altalena delle beghe politiche. Se ne fossimo ancora capaci, dovremmo prima di tutto sbaraccare dal caso l’ipocrisia: ammettiamolo, ci girano pesantemente le scatole che una chiesa, in cui molti di noi sono andati al battesimo cattolico, una sacra casa del crocefisso, se la comprino proprio gli adepti della religione con cui fatichiamo di più a convivere, a dialogare, a fraternizzare. L’avessero comprata buddisti o taoisti, non ne faremmo una simile questione. Succede invece che il mondo cattolico se ne impippi bellamente della sua gloriosa chiesa, che la politica — in questo caso a trazione leghista — la metta sul mercato («come un garage», dice giustamente il sindaco Gori) senza che nessuno lo sappia e se ne accorga, per dire quanto fossimo appassionati al tema ideale, succede questo e improvvisamente l’affare commerciale diventa intollerabile. Ma non perché ridotto a volgare compravendita immobiliare, no: solo perché l’acquirente non ci garba. E allora torno all’inizio: io, acquirente che ho partecipato nel pieno rispetto delle regole all’asta pubblica, io musulmano che ho vinto la banale gara del mattone, cosa devo pensare adesso?
Adesso che la politica improvvisamente viene colta da afflato mistico, che dalla sera alla mattina scopre l’importanza di difendere i simboli cristiani, che senza tante carinerie cerca goffamente il modo per cambiare le carte in tavola, per rivoltare le regole in corsa, in poche parole per gabbare alla furba i nuovi acquirenti? Per quanto mi riguarda, a me non interessa che questi nuovi acquirenti siano musulmani: potrebbero essere indù o devoti della Ferragni, ma fino a prova contraria hanno vinto l’asta. Anche a me girerebbero molto le scatole se domenica il Bologna battesse l’Atalanta, ma se succede posso solo farmene una ragione. Già li sento, i nuovi spiritualisti: come si fa a paragonare una partita con una chiesa? Rispondo: non accetto lezioni ideali da chi fino all’altro ieri paragonava la chiesa a un garage. Piuttosto, sarebbe ora che in questa nostra civiltà svaccata tornassero a valere le regole, delle aste pubbliche e della tolleranza. Senza se e senza ma. E comunque lo dico da cattolico: i nuovi inquilini sono musulmani, non indemoniati.