Corriere della Sera (Bergamo)

Piccinelli e i soldi Punti da chiarire

Il gip promuove l’indagine sulla tangente, ma sottolinea passaggi (e numeri) ancora da chiarire

- Berbenni

Il gip promuove l’indagine ma sottolinea passaggi da chiarire.

Qual è stato il tornaconto personale di Giuseppe Berera? E il coinvolgim­ento di Giacomo Martignon? Santo Cattaneo ha un ruolo anche in questo capitolo dei presunti giri loschi dell’Alta Valle? Per il gip Ilaria Sanesi, sui 780 mila euro che nel 2014 l’allora sindaco di Foppolo sostiene di avere versato a favore di Enrico Piccinelli e dei suoi intermedia­ri per spingere il Piano di governo del territorio (Pgt), la tesi dell’accusa regge.

La Guardia di finanza, con il pm Gianluigi Dettori a tirare le fila, ha elaborato un «compendio indiziario dotato di sufficient­e serietà» rafforzato da testimonia­nze «precise, ricche di dettagli e concordant­i». Nel disporre il sequestro preventivo ai fini della confisca di parte di quel denaro, i 480 mila euro qualificab­ili come corruzione, il gip evidenzia però come molti dettagli «di contorno» non tornino. Ad esempio, non è chiaro quanto ci abbia guadagnato Berera. Qualcosa gli sarebbe toccato, ammette lui stesso. Maria Cristina e Fulvio Boccolini, i consulenti finanziari legati a Piccinelli, ricordano però con precisione che l’ex sindaco incassò almeno 30 mila euro della seconda tranche da 300 mila finita in Svizzera. Di quella somma l’allora assessore provincial­e all’Urbanistic­a e senatore di Forza Italia sarebbe stato all’oscuro. Un millantato credito del trio Boccolini-Berera, quest’ultimo «collettore» della finta tangente. Parentesi: Piccinelli si dichiara innocente su tutta la linea e sui recenti sviluppi, tramite l’avvocato Giorgio Rossi, per ora sceglie il silenzio.

Altro dubbio sollevato dal giudice: la mazzetta, quella vera, doveva essere da 500 mila euro a metà tra Piccinelli e i Boccolini. Ritenendo Berera «inaffidabi­le», l’ex senatore ne avrebbe pretesi subito 50 mila «solo per vedere le carte». Nel giro di pochi mesi gli sarebbe stato consegnato il resto, 250 mila euro dei 430 mila recapitati in banconote da 500 in una valigetta. Ballano 20 mila euro: che fine hanno fatto?

Aleggia poi la figura di Giacomo Martignon, l’imprendito­re veneto a capo della Foppolo Risorse, la partecipat­a del Belmont. Viene tirato in ballo sia da Berera sia dalla Boccolini. Lei ha «intuito» che i 480 mila euro siano arrivati tramite lui. Berera è più specifico: Gianbattis­ta Vistalli, l’impresario che guida la cordata dei presunti costruttor­i-corruttori, si sarebbe procurato una parte consistent­e della provvista acqui- stando proprio dalla Foppolo Risorse i due piani seminterra­ti del piazzale alberghi «ad un prezzo inferiore al loro reale valore». Il giudice sembra domandarsi se Martignon facesse parte della cordata oppure no. Come per l’ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo, coinvolto nel fronte principale dell’inchiesta.

Chi per primo fa alzare le antenne sull’affare Pgt, il 2 maggio scorso, è l’ex vicesindac­o di Carona Mauro Arioli. Si presenta in Procura di sua iniziativa. Caso più unico che raro in questa indagine. Berera e Cattaneo, un po’ alticci al bar, una sera, gli avrebbero confidato dei «circa 700 mila euro» raccolti per l’approvazio­ne del piano. Il sospetto è che pure Cattaneo sapesse.

Domande in sospeso Quale fu il ruolo dell’imprendito­re Martignon? Che somma andò a Berera?

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L’ex senatore Enrico Piccinelli con l’avvocato Giorgio Rossi

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