Corriere della Sera (Bergamo)

VISTO DA UN LAICO

- di Davide Ferrario

Da ateo, è difficile pensare che le religioni organizzat­e abbiano fatto un gran bene all’umanità (con tutto il rispetto dovuto alle fedi personali). Spesso e volentieri si è ammazzato e ci si è fatti ammazzare in nome di dio, ciascuno pensando che il proprio fosse l’unico vero. E non si tratta solo di conflitti tra Dio, Allah, Geova o quant’altro. Pensate alle guerre tra cristiani. O anche solo alle risse, innocue quanto grottesche, che si innescano nella Basilica della Natività di Betlemme, dove l’amministra­zione (scomodamen­te) condivisa tra cattolici romani, ortodossi di rito greco e apostolici armeni sfocia in battaglie combattute con scope e secchi quando si tratta di fare le pulizie natalizie. Adesso, forse, grazie alla chiesetta degli exRiuniti assurta al rango del Santo Sepolcro grazie alle recenti polemiche, anche a Bergamo avremo una situazione tipo Betlemme. La battaglia tra religioni non sarà combattuta fisicament­e (speriamo…), ma nelle aule di tribunale, dove si affrontera­nno la Regione Lombardia, con il governator­e Fontana nei panni di novello crociato; l’Associazio­ne Musulmani; e — convitato di pietra — la comunità ortodossa, che aveva in uso la chiesetta fino a prima dell’asta. La Chiesa ufficiale non si esprime sul fatto specifico, ma dice «Date agibilità di culto ai musulmani». Il contrario di quello che invece proclama la Regione, in una surreale battaglia su chi è più realista del re, o più cattolico del papa. Il che mi spinge a tenermi stretto il mio ateismo — magari angusto, ma ragionevol­e.

Da cittadino, però, mi viene da fare un altro pensiero. Parliamo di soldi. Intanto, noto un fatto curioso: la chiesa (edificio) non è di proprietà della Chiesa (Diocesi), ma dell’ospedale di cui faceva parte, cioè dell’Amministra­zione pubblica. Quale rapporto c’era tra le due entità? L’ospedale ha mai regolato con un affitto o un altro accordo economico l’uso di un bene comune a favore di un’istituzion­e che, con tutto il rispetto, non si configura come parte dello Stato italiano? E poi, una volta andati via i cattolici, per qual motivo la chiesetta è stata concessa in comodato d’uso agli ortodossi e non a un’altra associazio­ne, magari non religiosa? O ancora: va bene darla agli ortodossi, in fin dei conti è una chiesa, così come una palestra di basket è più logico affittarla a una squadra di pallavolo. Ma di solito c’è un canone da pagare, come sanno gli utilizzato­ri di palestre. Ma il peggio viene adesso. A parte venir fuori da un garbuglio avvocatizi­o che non sarà gratis (qualcuno pagherà le parcelle dei legali, anche in Regione), l’operazione Chiesetta dei Riuniti viene a costare una milionata: quasi 500.000 euro a cui si rinuncia rifiutando l’offerta dei musulmani, più i 418.000 e rotti che la Regione tirerà fuori per esercitare la sua prelazione. Senza contare il fatto che questo pasticcio costringer­à la Regione, ammesso che un tribunale glielo conceda, a ricomprare una cosa che (di fatto) era già sua. Con l’aria che tira, non si potevano investire meglio quei soldi? Anche perché la Regione ha già detto che la chiesa la rimette nelle mani degli ortodossi, sempre a spese dei citta-dini. Capisco che non sia un tema alto come la transustan­ziazione dell’ostia: l’ateo, ahimè, vola vicino a terra. Ma, dal basso in cui trasciniam­o le nostre spoglie mortali sotto i cieli lombardi, la domanda resta.

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