Da Lovere a Ponte di Legno È il tappone 2019
La sedicesima tappa partirà da Lovere per arrivare a Ponte di Legno, con Gavia e Mortirolo Una boccata di ossigeno per il ciclismo orobico in crisi di sponsor e di corridori di punta
Che fosse una delle tappe decisive del Giro d’Italia 2019 lo si sapeva, ma nemmeno il più ottimista degli appassionati bergamaschi sperava che la Lovere–Ponte di Legno, in programma martedì 28 maggio, fosse così avvincente. Per BergamoBici, la notizia più importante emersa dalla presentazione della 102° edizione della Corsa Rosa è che, oltre alle ascese del Passo Gavia e del Mortirolo, la frazione contemplerà anche le scalate alla Presolana (da Rovetta) e a Borno (dal Dezzo): due asperità che, se non decideranno la frazione, rappresenteranno il trampolino di lancio per chi vorrà andare in fuga.
Se è vero che la sedicesima tappa del Giro 2019 sarà l’unica che tocca il territorio provinciale ci si può ritenere soddisfatti: dopo la pausa del 2018, le nostre strade potranno nuovamente abbracciare la carovana rosa, per giunta in una tappa non banale. «Da almeno due anni Lovere flirtava con il Giro», conferma Giovanni Bettineschi, presidente di Promoeventi Sport e da quindici anni «regista» delle corse targate Rcs in terra orobica. «Essere riusciti ad accontentare
Aziende Santini non vestirà più la maglia rosa e Vittoria non sarà presente
l’amministrazione comunale, portando i corridori anche sulla Presolana, sono due notizie che spero faranno felici i bergamaschi».
Anche perché, mai come in questi anni, è difficile far approdare la Corsa Rosa sulle nostre strade. Oltre al calo dei corridori professionisti Made in Bergamo, anche gli storici brand orobici si sono allontanati dall’evento: il Maglificio Santini, per esempio, dopo aver griffato la maglia rosa dell’edizione del Centenario (2017), ha lasciato il passo a Castelli, azienda bellunese che ha firmato con gli organizzatori un accordo fino al 2021; tuttavia l’azienda di Lallio vestirà gli otto corridori della Trek-Segafredo.
Nemmeno Vittoria, azienda di Madone leader nella produzione di pneumatici per biciclette e che si era fatta notare per il supporto dato ai corridori nell’edizione del 2017, sarà presente. Al via ci sarà Bianchi, avendo rinnovato a luglio l’accordo con la LottoNL Jumbo. Se queste sono le certezze del Giro 2019, i dubbi riguardano le squadre e, di conseguenza, i corridori che animeranno la 102° edizione.
Avendo vinto la Ciclismo Cup ed essendosi garantita la Wild Card per il Giro 2019, sono i corridori bergamaschi della Androni-Sidermec quelli che hanno più chance di partecipare: Mattia Cattaneo (quarto al Giro del Piemonte) e Fausto Masnada (che ieri si è aggiudicato il Tour of Hainan in Cina) hanno già iniziato a leccarsi i baffi, visto che per entrambi il Giro del 2018 è andato piuttosto bene.
Filippo Zaccanti (Nippo-Fantini), Lorenzo Rota ed Enrico Barbin (Bardiani Csf), invece, dovranno incrociare le dita in attesa di sapere se le rispettive squadre riceveranno l’invito da parte di Mauro Vegni: sicuramente ha più possibilità il team diretto da Reverberi, anche se la volontà degli organizzatori di internazionalizzazione il Giro d’Italia potrebbe favorire i team stranieri.
Non hanno di questi problemi Davide Villella e Simone Consonni i quali, però, dovranno capire i piani di Astana e UAE: se entrambe saranno sicuramente al via, spetterà ai direttori sportivi scegliere gli atleti da portarsi al via di Bologna l’11 maggio. Villella è uno degli scudieri di Miguel Angel Lopez e se lo spagnolo dovesse ambire al Tour, anche il valdimagnino dirotterà le attenzioni sulla Grande Boucle. Discorso simile per Consonni: se Gaviria andrà al Tour, il bergamasco potrebbe finalmente fare il debutto al Giro. Chi invece di Giri ne ha tanti alle spalle è Vittorio Algeri che, dopo aver sfiorato il successo con Chavez nel 2016 e Simon Yates nel 2018, nel 2019 darà il nuovo assalto al Trofeo senza fine puntando ancora su Chavez e su uno tra Adam e Simon Yates.