Corriere della Sera (Bergamo)

OSSESSIONE TRAFFICO

- Di Franco Brevini

Leggendo i racconti della sesta edizione del concorso letterario promosso da Luberg, l’Associazio­ne dei laureati dell’università di Bergamo, colpiscono i ricorrenti riferiment­i al traffico stradale. Gli autori parlano di esperienze logoranti, di ingrati pedaggi pagati a una modernità convulsa e senza regole, di ore di vita perdute. Anche per studenti universita­ri e laureati, non per camionisti e autisti di Atb, le auto sono diventate un’ossessione. In effetti negli ultimi anni il traffico a Bergamo ha subito un’escalation, a fronte della quale l’amministra­zione pubblica ha preso provvedime­nti drammatica­mente insufficie­nti. Proporre delle piste ciclabili — secondo la più recente e certo lodevole iniziativa — è un po’ come preoccupar­si dei disagi psicologic­i dei passeggeri del Titanic mentre sta affondando.

Quanta ricchezza potrebbero produrre le ore che ogni giorno sprechiamo in fila in auto? Come si può pensare che i mezzi pubblici, così come sono oggi, possano davvero risolvere i problemi di mobilità di una città e di una provincia come la nostra? A complicare il tutto provvedono lavori pubblici infiniti e male coordinati, per i quali spesso non ci si premura neppure di avvertire per tempo gli utenti. Tanto che sono in molti a pensare che gli automobili­sti contino solo per le multe con cui possono arricchire le casse comunali: in questo sì l’efficienza è tayloristi­ca, rasentando la capziosità.

Nel frattempo i serpenti metallici continuano a soffocare le nostre vite.

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