OSSESSIONE TRAFFICO
Leggendo i racconti della sesta edizione del concorso letterario promosso da Luberg, l’Associazione dei laureati dell’università di Bergamo, colpiscono i ricorrenti riferimenti al traffico stradale. Gli autori parlano di esperienze logoranti, di ingrati pedaggi pagati a una modernità convulsa e senza regole, di ore di vita perdute. Anche per studenti universitari e laureati, non per camionisti e autisti di Atb, le auto sono diventate un’ossessione. In effetti negli ultimi anni il traffico a Bergamo ha subito un’escalation, a fronte della quale l’amministrazione pubblica ha preso provvedimenti drammaticamente insufficienti. Proporre delle piste ciclabili — secondo la più recente e certo lodevole iniziativa — è un po’ come preoccuparsi dei disagi psicologici dei passeggeri del Titanic mentre sta affondando.
Quanta ricchezza potrebbero produrre le ore che ogni giorno sprechiamo in fila in auto? Come si può pensare che i mezzi pubblici, così come sono oggi, possano davvero risolvere i problemi di mobilità di una città e di una provincia come la nostra? A complicare il tutto provvedono lavori pubblici infiniti e male coordinati, per i quali spesso non ci si premura neppure di avvertire per tempo gli utenti. Tanto che sono in molti a pensare che gli automobilisti contino solo per le multe con cui possono arricchire le casse comunali: in questo sì l’efficienza è tayloristica, rasentando la capziosità.
Nel frattempo i serpenti metallici continuano a soffocare le nostre vite.