Senza ossigeno, salvato in extremis
Corsa dei vigili del fuoco per un paziente con l’ossigeno. Fascicolo sulla frana della provinciale
Malato, a 44 anni, attaccato a una bombola di ossigeno e senza corrente elettrica a casa per il blackout. È uno degli interventi urgenti dei 200 causati dal maltempo che hanno fatto correre i vigili del fuoco. Dal paziente sono arrivati con un generatore di emergenza. Sono corsi anche da un automobilista aggrappato a un palo, a Carobbio, dopo che la sua auto era stata invasa dal Cherio. Mille le chiamate, dalle 8 di lunedì alle 20 di martedì. E tra le tante emergenze causate dal nubifragio c’è stato anche il cedimento della provinciale 58, a Vilminore. La Procura ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per frana colposa.
Tempi stretti L’elenco dei danni va compilato in 7 giorni, poi la Regione chiederà lo stato di calamità
Saranno cento metri, passando per una strada privata, ma a piedi. L’unico modo per aggirare il crollo sulla provinciale 58, a Vilminore di Scalve. Il sindaco Pietro Orrù l’ha postato su Facebook: «Sarà permesso posteggiare lungo la strada in Località San Carlo al fine di limitare il già enorme disagio logistico e viabilistico». All’emergenza causata dal maltempo è stata messa una toppa, per forza. Ma su quel tratto di provinciale è stata messa anche la lente della procura. Il pm Giancarlo Mancusi ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, con l’ipotesi di frana colposa. Lo spunto è stato lo sfogo del sindaco, all’indomani del cedimento e ripetuto ora alla polizia giudiziaria, relativo a più segnalazioni che aveva fatto alla Provincia (fino al 2009 la strada era comunale). Il pm ha acquisito la documentazione per verificarlo. No comment sul punto da sindaco e uffici di via Tasso. «La mia priorità è il percorso alternativo per i miei cittadini — vira Orrù —. Tra l’altro per stasera (ieri ndr)è prevista un’altra criticità, la Protezione civile è allertata per il rischio di altri smottamenti». Che Vilminore sia uno dei comuni più colpiti lo dimostra la chiusura delle strade. Oltre alla provinciale 58 che collega Castello con Colere e Scalve, lo è anche la provinciale 61 che collega Sant’Andrea con Vilminore e Manna; si viaggia ma a senso unico alternato sulla provinciale 294. Chiusa anche la provinciale 79 Villongo-Colli di San Fermo-Adrara San Rocco.
Alcuni numeri dei vigili del fioco fanno capire bene cos’è stato questo nubifragio. Dalle 8 di lunedì alle 20 di martedì hanno ricevuto un migliaio di telefonate. Quattro postazioni, ciascuna con una lista di attesa di sei chiamate, significano che ne sono arrivavate 24 alla volta. Trenta vigili del fuoco, più i volontari dei distaccamenti, e quelli a casa richiamati. Più di 200 gli interventi. Scegliere le priorità non è stato facile. Ma era chiaro, per esempio, che non si poteva aspettare un minuto di più quando ha chiamato la famiglia di un uomo, di 44 anni, attaccato all’ossigeno. In casa non c’era corrente, i pompieri sono corsi con un generatore di emergenza. Così come si sono lanciati a Carobbio degli Angeli dove un automobilista era aggrappato a un palo: la sua auto era stata invasa dal Cherio straripato.
Come se non bastasse, per raggiungere via delle Valli paralizzata dagli alberi caduti, i vigili del fuoco hanno dovuto portarsi a piedi le motoseghe da Borgo Palazzo. Qualcuno senza elettricità è rimasto an- cora, ieri. Lo sanno bene le venti famiglie di via Colle Sfanino, a Vallalta di Albino.
Per contare i danni i tempi sono stretti. Lo spiega il consigliere regionale Giovanni Malanchini che ieri mattina ha fatto un sopralluogo alla Cascina Ganassina, di Treviglio, la fattoria dell’Istituto agrario Cantoni danneggiata. «Anche la Bassa bergamasca è stata colpita duramente con centinaia di alberi abbattuti, case danneggiate, linee elettriche interrotte, scuole e aziende allagate o scoperchiate — fa un bilancio —. Ho contattato i tecnici della struttura territoriale della Regione perché facciano da supporto ai Comuni. Entro sette giorni dall’evento occorre compilare le schede con i danni causati dagli eventi calamitosi alle infrastrutture e agli edifici pubblici, ma anche alle strutture private se ingenti. Con questi dati, la Lombardia insieme al Veneto, colpito dallo stesso evento, potrà chiedere lo stato di calamità al Governo».