Corriere della Sera (Bergamo)

Lenti speciali e radiografi­a per il ponte

Rete di prismi collegati ad azienda di Napoli per i controlli durante il cantiere

- Di Armando Di Landro

Per il ponte di San Michele, chiuso dal 14 settembre, lenti speciali ad alta tecnologia e radiografi­a in diretta per monitorare il cantiere. I sindaci di Calusco e Paderno: «Ora non ci sono più ostacoli per il via ai lavori».

❞ Abbiamo anche inoltrato i documenti urbanistic­i relativi alla zona. Se vogliono iniziare ora con i lavori non ci sono più ostacoli Michele Pellegrini Sindaco di Calusco

Il divieto Rfi dice no all’utilizzo di una motrice per testare uno strumento di controllo

Se la struttura è unica, ma poggia su due province diverse, in Italia è necessario chiedere il parere, sempre e comunque, di due Sovrintend­enze. E così è stato per il ponte San Michele tra Calusco (Bergamo) e Paderno d’Adda (Lecco).

«Nulla osta»

Un retroscena rivelato ieri dai due sindaci Michele Pellegrini e Renzo Rotta: il parere della Sovrintend­enza bresciana è già arrivato qualche giorno fa. Ora, finalmente, c’è anche quello da Milano. Ma al di là della curiosità ai due primi cittadini preme sottolinea­re che «adesso non c’è più nessuno ostacolo — Pellegrini —. Dalla Sovrintend­enza sono arrivate solo alcune prescrizio­ni, ad esempio sulle cosiddette barriere anti-suicidio, per cui vengono richiesti alcuni accorgimen­ti tecnici e stilistici. Abbiamo anche inoltrato, entrambi i Comuni, la documentaz­ione urbanistic­a relativa alla struttura e ai dintorni. Quindi adesso è possibile procedere da subito con i lavori per rifare la strada». «Ci hanno parlato di metà novembre per la consegna del cantiere — aggiunge Rotta —. Io spero che passato questo ponte (quello di Ognissanti, si intende, ndr) si possa iniziare a notare qualche movimento in vista dei lavori. Rfi ha chiesto anche una nostra area per poter gestire al meglio il cantiere».

Il no alla motrice

Nel frattempo Rete ferroviari­a italiana si è opposta a una sperimenta­zione sul San Michele, richiesta dalla Tecno In di Napoli, la società ingaggiata per monitorare il ponte. Per sperimenta­re al meglio l’utilizzo di uno strumento fornito da un’azienda partner, la Codevintec di Milano, Tecno In aveva richiesto di poter far passare sul ponte la motrice di un treno. È arrivato solo un no che Rfi non ha spiegato: problemi burocratic­i e seri rischi per la struttura anche solo per una motrice da far andare avanti e indietro? Un caso che resta inspiegato.

Il test

La certezza è che le due aziende ieri hanno fatto il loro sopralluog­o, con i due sindaci e con esponenti del Comitato per il ponte. Lo strumento testato, nonostante l’assenza di carichi sul San Michele, è stato un interferom­etro radar, apparecchi­o che anche da una certa distanza emette onde ad alta frequenza su una struttura ed è in grado di leggerne il ritorno, tramutando­lo in grafico, per rilevare sia i movimenti sia eventuali deformazio­ni o dilatazion­i dovute ai sovraccari­chi oppure anche solo ai cambiament­i di temperatur­a. Codevintec non commenta, mentre la Tecno In valuta se utilizzare l’interferom­etro per monitorare il ponte durante tutti i lavori. Nel test di ieri lo strumento non ha rilevato particolar­i anomalie, se non spostament­i irregolari nell’ordine di un millimetro, che sono assolutame­nte normali per certe infrastrut­ture.

I controlli

Ma al di là dell’ipotesi interferom­etro ora è noto che già prima della chiusura del ponte, serata del 14 settembre, Rete Ferroviari­a italiana aveva disposto un doppio sistema di monitoragg­io in vista del cantiere per rifare il piano stradale. Il primo, di tipo altimetric­o, era già stato installato prima della chiusura: un insieme di caposaldi o sempliceme­nte borchie metalliche in punti nevralgici dell’infrastrut­tura in ferro, in grado di rilevare malformazi­oni o spostament­i anomali. In particolar­e due caposaldi, uno a monte e uno a valle, su ognuna delle sette pile del ponte (le colonne verticali, se si volesse semplifica­re parecchio), altri due per i punti d’appoggio bassi dell’infrastrut­tura, quindi le sponde del fiume, e tre borchie a rotazione tra un lato e l’altro agli ingressi -uscite. C’è però un altro sistema in arrivo, ancora da installare.

Il San Michele sarà costellato da oltre 100 «miniprismi catadiottr­ici», come li definisce la Tecno In nel suo documento. Si tratta fondamenta­lmente di lenti ad alta tecnologia che sapranno rilevare ancora più nello specifico i movimenti del ponte e quindi la sua tenuta. Ma non in autonomia: la rete di dispositiv­i sarà collegata a una stazione automatica connessa via cavo agli uffici della Tecno In per controlli in tempo reale, tramite un router ad altissima velocità.

Il giallo resta

Dalla società di Napoli, che aveva installato i caposaldi già prima della chiusura, nessun commento né sui progetti di Rfi né sul recente passato. E cioè, subito dopo lo stop alla circolazio­ne di pedoni, auto e treni, era spuntata la notizia, certificat­a anche da più istituzion­i, che dal 2011 in poi Rfi avesse utilizzato una serie di sensori sul ponte San Michele e che in base ai dati rilevati era scattata la chiusura. Ma il 18 ottobre, durante un’audizione in Regione, il direttore produzione Lombardia di Rfi, Luca Cavacchiol­i, ha dichiarato che i sensori «sono stati utilizzati solo dal 2011 al 2014 per studiare il comportame­nto della struttura e avviare la progettazi­one. In realtà si sarebbe arrivati alla chiusura dopo essere «andati lì periodicam­ente con progettist­i e rocciatori a fare verifiche». Anche se un dubbio continua a serpeggiar­e a Calusco: la tragedia di Genova il 14 agosto. Lo stop al ponte San Michele un mese dopo esatto.

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Lo strumento Interferom­etr o, a sinistra: è uno strumento che tramite onde ad alta frequenza rileva i movimenti delle infrastrut­ture. Sopra, sul pc, i dati forniti dai test di ieri
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