L’addio a Paolo Crivelli «Un grande stratega dell’arte di governare»
La sala consiliare stracolma, ne è certo chi l’ha conosciuto, è «il riconoscimento che ha sempre meritato», da parte della città. Il commiato laico per Paolo Crivelli ( foto), scomparso a 73 anni, raduna la sinistra, presente e passata, e molti amici. Assessore e vicesindaco, socialista in rotta con lo strapotere craxiano, al tracollo della Prima repubblica sceglie «la seconda fila — ricorda Roberto Bruni, che lo volle come capo di gabinetto —, a curare le carriere altrui più della propria. Era difficile non volergli bene». Rinuncia alla «ribalta», tributatagli ieri secondo Bruni, ma Crivelli resta un riferimento. Un passo indietro, avvolto nel fumo: uno stratega, soprannominato «eminenza grigia» o «cardinale Richelieu» dai giovani civici che ha svezzato. «Un grande artista dell’arte di governare», lo definisce il sindaco Gori. «Leggeva la politica in modo raffinato, ne coglieva i rapporti di forza. Era intelligente nel cucire relazioni, superare i contrasti: mai banale, mai incline al conformismo». Gori ne evoca l’ironia combinata alla «calma olimpica»: un osservatorio sulla realtà per dissezionare i problemi e stemperare la tensione con una battuta. «Il suo carattere evitava spigoli», racconta la compagna di partito Pia Locatelli, che ne ripercorre le battaglie della vita amministrativa, incluso lo schiaffo (per alcuni solo un buffetto) in risposta alle calunnie di un avversario leghista. «Si vedeva che allora c’era una classe dirigente», conclude Locatelli.