Nuove stelle per «Manon»
«L’Histoire de Manon» è tornata alla Scala rilanciata dai divi Svetlana Zakharova e Roberto Bolle che hanno illuminato le prime recite. Il balletto di Kenneth MacMillan è un complesso arazzo di caratteri, oneroso da tessere nel dettaglio di ricami coreografici che, per risplendere, devono aderire a ciascun personaggio con costante sensibilità interpretativa e capacità di scavo psicologico. Una sfida quindi per la Manon tecnica di Nicoletta Manni affiancata, per la prima volta nel titolo, da Timofej Andrijashenko, al debutto nei panni di De Grieux, un cavaliere levigato e mai perdente nonostante gli oltraggi della sorte. Una rivelazione è stata la neocoppia formata da Emanuela Montanari e Claudio Coviello, affini per proporzioni, linee e intenti: lei è una Manon completa, seducente nelle malizie dell’adolescenza a Parigi, annichilita e violata dalle brutture della prigionia in Louisiana. Coviello convince nel dipingere l’innamorato travolto da una passione insana, vittima consapevole fino alla tragedia. Ad alimentare la combustione diabolica dei protagonisti del terzo cast, ha contribuito il volitivo Lescaut di Walter Madau, perverso e ubriaco quanto occorre. Nell’alternanza dei cast, si sono imposti anche il vigoroso Lescaut di Nicola Del Freo e il lussurioso Monsieur G.M. di Alessandro Grillo.