Allegrezza inaccessibile
Presto la Torre dell’Allegrezza sarà inaccessibile. Da qualche giorno, una transenna chiude il sentiero verso i resti del fortilizio medievale. Un provvedimento motivato dalla cautela. «Transito interdetto, edificio pericolante», si legge su un cartello.
Era rimasta indifferente ai secoli e agli intrusi, nascosta nel bosco a due passi dal monastero di Astino, ma presto la Torre dell’Allegrezza sarà inaccessibile. Da qualche giorno, una transenna chiude il sentiero verso i resti del fortilizio medievale. Un provvedimento, spiega la Mia (proprietaria dei terreni), non connesso al recente maltempo, ma motivato dalla cautela. «Transito interdetto, edificio pericolante», si legge sul foglio che sovrasta un cartello di pericolo, aggirato da biker e pedoni. Dopo una segnalazione dei vigili, la Mia si è consultata con il suo ingegnere strutturista. «Rischi di crolli immediati non ce ne sono, salvo che qualcuno vada a colpire le murature», riferisce per la fondazione l’architetto Giuseppe Epinati. Da qui la decisione di installare una nuova recinzione metallica: «Non le reti rosse di plastica da cantiere, ma una strutturata, con cancellino e lucchetto. Va tenuto presente — sottolinea il tecnico — che il recupero è nella parte finale dell’accordo di programma (per una scuola d’alta formazione alberghiera ad Astino, ndr), ma per un po’ di anni non interverremo». È iniziato l’iter con il Parco dei Colli; ultimata la pratica, nel giro di due settimane l’area sarà in sicurezza. Verranno salvaguardati i percorsi pubblici, se necessario con una deviazione. Fino a quel momento, il sentiero sarà bloccato. Attualmente una staccionata circonda l’edificio, ma non è difficile introdursi nei ruderi. L’ingegnere Sergio Sottocornola ha confezionato la recensione più gettonata su Google Maps: «Starà su altri 800 anni — sostiene —, andrebbe valorizzato». Nella riqualificazione, si prevede un dormitorio per gli aspiranti chef sulle rovine della cascina. Ora le barriere, forse l’ultimo capitolo di una storia plurisecolare.