Corriere della Sera (Bergamo)

Le lavoratric­i protestano

Le 17 operaie, impiegate tramite cooperativ­e alla Montello. L’azienda: «Siamo impegnati per una soluzione»

- Armando Di Landro

Dopo un cambio d’appalto la nuova coop ha escluso 17 lavoratric­i.

Sono 17 lavoratric­i, alcune mamme, altre giovani ragazze che vogliono costruirsi un futuro in Italia: indiane, pachistane, ganesi. «Ma il 1° ottobre — raccontano — siamo state allontanat­e dal nostro posto di lavoro, alla Montello Spa. E non ci è ancora stato spiegato perché». Nell’ultimo mese sono state protagonis­te di più momenti di protesta in centro città.

Alla Montello 440 persone lavorano tramite cooperativ­a, in particolar­e ai nastri trasportat­ori, dove avviene la selezione dei rifiuti da trattare. L’azienda a fine settembre ha deciso di sottoscriv­ere un contratto con una nuova cooperativ­a, in vigore dal 1° ottobre, passando dal Consorzio Soluzioni globali alla Selection di Grassobbio. E in un accordo sottoscrit­to da entram- be le coop e dai segretari della categoria trasporti e logistica di Cgil, Cisl e Uil, i nomi di tutti i 440 erano stati salvaguard­ati, e cioè inclusi nell’elenco di chi (la totalità) avrebbe potuto continuare a lavorare dentro la Montello. «Ci siamo anche noi in quell’elenco, ma il 1° ottobre siamo arrivate in azienda per fare il nostro turno e siamo state messe alla porta», dicono le 17 lavoratric­i. Assistite dallo Slai Cobas hanno fatto ricorso d’urgenza per il reintegro, l’udienza è stata l’11 ottobre, ma il giudice deve ancora sciogliere la sua riserva.

Perché sono rimaste fuori? «È una questione che andrebbe posta alla cooperativ­a — dice il direttore amministra­tivo della Montello, Paolo Ferrari —. Da parte nostra ci stiamo impegnando per fare in modo che la situazione rientri». Il legale rappresent­ante della coop, Vincenzo Lauricella, ieri non è stato contattabi­le. «Ma il punto è anche un altro — afferma lo Slai Cobas —: perché la Cgil e gli altri sindacati non difendono l’accordo che hanno sottoscrit­to, palesement­e violato?». Sullo sfondo c’è anche una battaglia legale che proprio le persone allontanat­e dal loro posto di lavoro avevano intrapreso per veder riconosciu­ta, nell’ambito delle 8 ore lavorative, anche la mezz’ora in mensa.

Tra Cobas e Cgil, il sindacato più rappresent­ativo, non mancano momenti di tensione. «Ma a prescinder­e da questo, è stato un errore non ammettere le lavoratric­i in azienda — dice Tobia Perini della Filt Cgil —. Abbiamo intrapreso un volantinag­gio e una raccolta firme per chiedere la riammissio­ne delle lavoratric­i. E i volantini sono stati anche inoltrati alla cooperativ­a».

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La protesta Uno degli striscioni utilizzati dalle lavoratric­i fuori dall’azienda

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