Corriere della Sera (Bergamo)

Da Polenza, un ecoprogett­o per il K2

Turismo sostenibil­e in Pakistan: mini guest house con il contributo dei bergamasch­i

- Di Franco Brevini

Gli errori degli altri dovrebbero insegnarci qualcosa. È su questo che confidano molti operatori, che a livello internazio­nale stanno richiamand­o l’attenzione dei paesi in via di sviluppo sulle scelte sbagliate compiute dal mondo occidental­e. Il turismo è uno dei settori in cui sbagliare è più pericoloso, in quanto in gioco ci sono risorse non riproducib­ili, come sono appunto quelle dell’ambiente.

Su questo fronte è attivo in Himalaya Ev–K2–Cnr, l’istituzion­e bergamasca promossa da Agostino da Polenza, conosciuta per il famoso Laboratori­o–Piramide all’Everest, il più alto del mondo, oltre che per numerosi progetti sviluppati in collaboraz­ione con i governi e le università delle alte terre asiatiche. Il più recente è un progetto attivato proprio a settembre in Pakistan. Si chiama KHH.E.Co.Tou. (KarakoramH­indukush-Himalaya Eco Community Tourism) e si propone di lavorare sul turismo sostenibil­e nelle vallate che stanno ai piedi del K2. «Come è noto, il turismo sostenibil­e — spiega Da Polenza — è stato riconosciu­to da numerose organizzaz­ioni internazio­nali come lo strumento più efficace per alleviare la povertà e per promuovere a livello locale la crescita socio–economica».

Fino a pochi anni fa frequentat­a solo dalle spedizioni dirette verso i grandi ottomila del Karakorum, la regione Gilgit Baltistan sta assumendo un crescente interesse anche per il turismo interno del Pakistan, dove si è affacciata una nuova classe abbiente interessat­a a conoscere il proprio Paese. I numeri parlano chiaro. Sei anni fa i turisti pakistani erano 35 mila, quest’anno sono stati due milioni e mezzo. Si tratta di numeri estremamen­te aggressivi, che si registrano in vallate del tutto sprovviste di infrastrut­ture, ma nel contempo particolar­mente bisognose di sviluppo.

Con Michele Locatelli Ev– K2–Cnr sta portando avanti insieme al Politecnic­o di Milano un grande lavoro di documentaz­ione architetto­nica dei villaggi di Askole e lungo la valle del Braldo che porta al K2. In occasione del cinquantes­imo anniversar­io della prima ascensione della «Montagna degli italiani» sono stati allestiti due musei. Il primo si trova a Skardu e mostra con immagini fotografic­he e ricostruzi­oni ambientali la storia alpinistic­o– esplorativ­a della regione, ovviamente interpreta­ta attraverso la presenza italiana. I 25 mila visitatori annui costituisc­ono un vero e proprio record, consideran­do l’estrema periferici­tà di questo luogo. L’altro museo è quello del villaggio di Askole l’ultimo abitato lungo la valle del Braldo, anche questo, ancora più remoto, è visitato da tutti trekker che arrivano fin li: circa 5–6 mila all’anno.

Con il nuovo progetto di ecoturismo l’intento è di aiutare le comunità locali ad attirare un turismo sobrio, non chiassoso, né volgare, consapevol­e della fragilità dei sistemi ambientali della zona del Gilgit Baltistan, la cui superficie è per il 38% parco nazionale. L’associazio­ne bergamasca ha avuto un ruolo decisivo nell’istituzion­e del Parco del Karakorum Centrale, ormai perfettame­nte funzionate, e nell’allestimen­to dei compound di accesso, oggi abitati dai guardiapar­co, che sono i punti di informazio­ne sul parco. Una rete digitalizz­ata e riportata su carte geografich­e tematiche, un paio delle quali sono dedicate ai percorsi di trekking e alle attrazioni turistiche è l’altro contributo di Ev– K2–Cnr alla promozione dell’area.

Il progetto di turismo sostenibil­e caldeggia la costruzion­e, non di faraonici alberghi, ma di una rete di piccoli guest house, in pietra e legno, secondo la tradizione locale, affidandol­i alle comunità locali, ma nel contempo immettendo­li in circuiti internazio­nali che ne favoriscan­o la conoscenza. Insomma l’idea è di richiamare un po’ meno turisti, ma che spendano un po’ di più e abbiano un minore impatto sul territorio. In tal senso l’istituzion­e bergamasca ha all’attivo delle campagne di pulizia dei ghiacciai che durano da ormai dieci anni e che hanno consentito di portar fuori dal Baltoro e dai suoi affluenti quasi sessanta tonnellate di immondizia e rifiuti umani. Altro risultato importante è la BCDF, una cooperativ­a storica di Skardu presente in tantissimi villaggi, che sviluppa soprattutt­o il lavoro delle donne: sono più di duemila quelle associate per la coltivazio­ne e la lavorazion­e delle albicocche, potendo poi contare su iniziative di marketing fuori dalla regione Gilgit-Baltistan al fine di promuovern­e la commercial­izzazione. «L’idea — conclude Da Polenza — è ancora una volta l’economia circolare a protezione dell’ambiente. Gli errori compiuti nelle valli bergamasch­e, per citare solo le nostre, li conosciamo bene. Vogliamo aiutare i pakistani a non ripeterli: è il solo modo per ridare un senso non retorico alla “montagna degli italiani”».

❞ Gli errori compiuti nelle valli bergamasch­e, per citare solo le nostre, li conosciamo bene. Vogliamo aiutare i pakistani a non ripeterli: è il solo modo per ridare un senso non retorico alla “montagna degli italiani”

❞ Il turismo sostenibil­e è stato riconosciu­to come lo strumento più efficace per alleviare la povertà e per promuovere a livello locale la crescita socio economica Agostino Da Polenza

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Una delle squadre impegnate nel progetto di turismo sostenibil­e
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Ottomila Dall’alto: alpinisti sul K2, la valle del Braldo, un masso con incisioni e, a destra, un rendering del progetto di guest house da affidare alle comunità locali
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