Valutazione ambientale Il pm indaga su Via Fara
La Via andava a fatta o no? Dopo l’esposto del comitato aperto un fascicolo. Sopralluogo del pm
La Procura di Bergamo indaga sulla mancata Valutazione di impatto ambientale per il progetto del parcheggio di via Fara. Non serviva, secondo il Comune. Ma sul caso c’è stata anche una lettera della Regione. E il pm tenta anche di capire se l’Unesco fosse stata adeguatamente informata dell’opera.
O bisogna farla oppure no, di solito non ci sono dubbi. Ma il caso della mancata Valutazione di impatto ambientale (Via) per il progetto del parcheggio da 470 posti in via Fara, solleva qualche perplessità dopo l’esposto dei NoParking, anche negli uffici della Procura. La Via doveva essere fatta? E se la risposta fosse affermativa — anche se il Comune è di parere decisamente contrario — perché non c’è stata? Sono domande a cui il pubblico ministero Giancarlo Mancusi tenterà di dare una risposta dopo aver aperto un fascicolo, per ora senza ipotesi di reato e senza indagati, basato sull’esposto presentato a metà ottobre dai NoParking.
La questione non è meramente formale. La Valutazione d’impatto ambientale è la procedura con cui l’autorità competente su un’opera, il Comune nel caso di via Fara, acquisisce le prescrizioni e il parere di più enti su un determinato progetto, che può anche essere cassato nell’ambito della Via. Un percorso che richiede tempo ed è finalizzato, come dicono i termini stessi, a garantire la compatibilità ambientale di un’infrastruttura. E la normativa principale in materia, il decreto 152 del 2006, è chiara: se ci si accorge in ritardo che la Via andava fatta, i lavori devono essere fermati e la società titolare del progetto deve essere multata.
Sul punto, però, la posizione del Comune è molto chiara: la necessità di far scattare le procedure della Valutazione di impatto ambientale va individuata, o esclusa, al momento della progettazione definitiva, che per via Fara risale al 2003, quando la Via era prevista solo per parcheggi pubblici oltre i 500 posti auto. C’è poco da discutere, quindi, secondo il parere già espresso dagli uffici comunali e poi riportato dalla giunta. La vedono un po’ diversamente i NoParkingFara: ad agosto, chiedendo lumi al Pirellone, avevano innescato un carteggio proprio tra la Regione e Palazzo Frizzoni. Uno scambio di opinioni che il dirigente regionale del settore Ambiente, Dario Sciunnach, aveva chiuso con una comunicazione di due pagine, forse un po’ sibillina, ma in cui venivano sottolineati due elementi: il primo, il progetto esecutivo di variante per far ripartire l’opera in via Fara, messo a punto da Bergamo Parcheggi nel 2011, è stato approvato dalla giunta Gori a giugno 2015. Il secondo, a marzo di quello stesso anno, 2015, un nuovo decreto ministeriale ha deciso di dimezzare del 50% le soglie dimensionali oltre le quali è necessaria la Via, se l’opera riguarda zone di particolari caratteristiche, ad esempio di importanza storica, culturale e archeologica. E quindi, secondo la normativa attuale, oggi il limite per avviare la Via sarebbe di 250 posti auto, non di 500, e il caso di via Fara sarebbe incluso.
È un’inchiesta, quella del pm Giancarlo Mancusi, che dovrà per forza puntare a fare chiarezza sulle norme e sulla loro applicabilità. Perché il punto fermo del Comune comunque resta: nuove norme o meno nel 2015, il progetto definitivo risale al 2003 e quello fa fede. Ma, in caso di scenario avverso per Palazzo Frizzoni, se dovesse emergere che la Via invece serviva, quale sarebbe il reato contestabile? Potrebbe spuntare forse un’ipotesi di abuso d’ufficio, ma bisognerebbe dimostrare che volutamente la giunta comunale, saltando la Via, avesse deciso di favorire Bergamo Parcheggi o altri soggetti. Un’ipotesi ardua, con i tecnici comunali schierati con chiarezza sul tema.
L’altro fronte Sopralluogo del pm, verifica anche sulle informazioni ricevute da Icomos e Unesco
Sembra intanto che il pubblico ministero, dopo un sopralluogo di persona in via Fara con la polizia giudiziaria, stia procedendo con accertamenti anche sul caso Unesco: l’obiettivo è capire se l’organizzazione internazionale fosse stata adeguatamente informata dell’esistenza del progetto del parcheggio nelle varie fasi della candidatura delle Mura venete a patrimonio dell’umanità.