Corriere della Sera (Bergamo)

«È come se Anna fosse qui con noi»

Lopez e Solenghi al Manzoni tra gag e parodie

- Daniela Zacconi

In principio era il Trio, portatore sano di una comicità surreale (genere, per intenderci, molto anglosasso­ne in cui eccellevan­o i Monty Python) declinata all’italiana e con un’attenzione consapevol­e verso il gusto «nazionalpo­polare». Diversamen­te Lopez-Marchesini-Solenghi non avrebbero potuto incollare davanti al piccolo schermo più di 14 milioni di spettatori come fecero con i loro leggendari «Promessi Sposi», in cui in tre interpreta­vano 85 personaggi più o meno manzoniani. Poi, come succede, ciascuno riprese la propria strada, rimanendo però amici. Nel 2016 la grande Anna Marchesini è scomparsa; più o meno un anno dopo Tullio Solenghi & Massimo Lopez hanno ritrovato la voglia di esibirsi insieme. È nato così «Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show», due ore di sketch, imitazioni e parodie, canzoni e gag dal ritmo incalzante durante le quali i due sornioni mattatori sono affiancati dalla Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio. Dopo un centinaio di repliche e con oltre 120 date ancora in calendario, lo show arriva da stasera al Manzoni (teatro dove entrambi gli attori hanno debuttato in passato nel segno della grande prosa: Tullio con «Madre Coraggio e i suoi figli» di Brecht con Lina Volonghi, con «Il fu Mattia Pascal» di Pirandello con Albertazzi, Massimo).

«Divertissi­ment è il filo rosso di tutto questo spettacolo», racconta Solenghi. «Non c’è una storia, piuttosto la narrazione procede per scatole cinesi: è il succedersi di quadri e situazioni. Il che offre spazio anche all’improvvisa­zione». «C’è una grande rilassatez­za mentale e spirituale», incalza con affiatamen­to ultrarodat­o Lopez, «abbiamo solo voglia di divertire e divertirci. È il ritrovarsi di due amici veri, senza secondi fini e senza dover dimostrare nulla». Magari re- Sornioni galando qualche momento di commozione. «Abbiamo concepito questo spettacolo come se Anna fosse in scena con noi», prosegue Solenghi, «e c’è un momento speciale dedicato a lei, che abbiamo voluto rendere il meno retorico possibile, dopo il quale però è sempre arduo proseguire perché il pubblico non smette più di applaudire».

Ma lo spettacolo non ammette sospension­i… al massimo qualche rallentame­nto, di cui gli spettatori manco si accorgono, per sbirciare i risultati della partita (di Solenghi, tifoso sfegatato e infelice di un Genoa che non concede soddisfazi­oni…). «È uno spettacolo molto “jazz”», interviene Lopez: «vorremmo dare la sensazione che tutto accade lì per lì… come nel jazz. Anche se il copione è scritto, c’è spazio per improvvisa­re». Per non parlare delle «strizzatin­e d’occhio» che i due si scambiano in scena… «Ci sono momenti in cui dobbiamo sforzarci di non guardarci per non scoppiare a ridere», continuano insieme, «per esempio nella scenetta dei due papi (in cui Lopez è Bergoglio e Solenghi Ratzinger, ndr), la cui dimensione “domestica” è uno spasso in primo luogo per noi. La nostra è ancora una comicità “nonsense“ma che arriva a tutti: non potremmo fare altro».

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Da sinistra Tullio Solenghi e Massimo Lopez nei panni di papa Ratzinger e papa Bergoglio

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