Pagine da collezione
Alla Biblioteca nazionale Braidense la terza edizione del festival del libro d’artista
Milano sta per essere sommersa dalla festosa ondata di Bookcity. Nell’attesa, un gustoso antipasto è stato apparecchiato alla biblioteca nazionale Braidense dove da oggi si può ammirare la mostra «Oggetto libro». Nella spettacolare sala Maria Teresa, in realtà, è stata raccolta solo la prima parte di questo festival internazionale del libro d’artista e di design giunto alla sua terza edizione e già premiato con la Menzione d’Onore del Compasso d’Oro 2018. Una seconda sezione della mostra sarà infatti allestita dal 15 novembre alla Mediateca Santa Teresa dove troveranno posto i libri più ingombranti. I 237 volumi raccolti, infatti, sono anomali oggetti tridimensionali, pensati più per essere ammirati che letti al punto che alcuni di essi fanno persino a meno delle parole. E non ci riferiamo solo alle cancellature di Emilio Isgrò, uno degli artisti di punta presenti assieme a William Xerra e Ugo e Lucio La Pietra, ma per esempio anche al delizioso volumetto di Livia Pezzimenti «La mia estate calda» dove meravigliose illustrazioni di zanzare su carta velina si alternano a pesanti fogli realizzati incollando insieme le piastrine esaurite di Vape. Non c’è alcun racconto, dunque, ma ogni lettore può dare le sue personali parole alla propria battaglia estiva con gli insetti. Ci sono poi alcuni libri che narrano la loro storia solo attraverso il codice QR e persino incredibili volumi, come «Alchemica», realizzato dal gruppo milanese Alkanoids, che si sfogliano grazie alla realtà aumentata in cui le illustrazioni si muovono come in un video.
Accanto alla carta, abbonda l’uso di fili e tessuti, ma Marilde Magni ha lavorato ad uncinetto mappe nautiche ridotte in striscioline per farne pagine di viaggi immaginari. «Ormai si stampa sempre meno e quando lo si fa, si aspira al massimo livello di qualità con procedimenti molto manuali», spiega la curatrice Susanna Vallebona. «Questi libri oggetto sono molto collezionati e popolari in particolare nei Paesi dell’Est come Polonia o Ungheria, dove sotto il regime si stampava poco a causa della censura. Poiché il lavoro scarseggiava, gli stampatori avevano tempo per fare ricerca su tecniche e materiali: la loro tradizione è diventata così un’eredità che si percepisce ancora forte nei lavori di oggi».
I libri arrivano da tutto il mondo — India, Russia, Colombia e Corea comprese — e strappano l’ammirazione per fantasia e arguzia: quest’anno sono pervenute 350 proposte, 237 delle quali hanno superato la selezione della giuria presieduta dal direttore di Brera James Bradburne. Nella sede della Mediateca alcuni libri particolarmente ricchi di illustrazioni si potranno sfogliare virtualmente al computer e per tutti i curiosi e gli appassionati, che sono tanti, è prevista una serie di incontri sull’arte e sulle tecniche di stampa.
Non solo carta Volumi di pizzo, stoffa e perfino piastrine di Vape. Tra i nomi celebri, Isgrò e La Pietra