Barrow: «Rivoglio i miei gol»
Barrow: spero di lavorare meglio per tornare anche a segnare Domenica sfida in casa con l’Inter «Sarà una partita dura, ma loro si sono stancati in Champions»
«Spero di superare questo periodo, lavorando tanto»: Musa Barrow non ha ancora vent’anni ma sa che i fan da lui si aspettano i gol. Ed è amareggiato, perché in questa Serie A non ne ha ancora segnato uno. «Ma è il risultato della squadra che conta, l’Atalanta è la mia casa» .
Se il calcio prevedesse, come la politica Usa, elezioni di medio termine, la percentuale di consenso per Musa Barrow registrerebbe un calo sensibile. La pubblica opinione sportiva è esigente e va convinta nel breve periodo. Così, al giovane attaccante gambiano è bastato un poco brillante primo trimestre di campionato, nelle prestazioni e nei numeri (nove presenze e nessun gol segnato), per annacquare le aspettative. Alte, dopo il suo repentino salto in prima squadra — dalla Primavera nerazzurra, nella seconda metà della scorsa stagione — e il grande spolvero estivo, con i preliminari di Europa League. Il ragazzo ne è consapevole e si dispiace quando, ospite all’Atalanta Store di via Tiraboschi, per incontrare i tifosi, gli viene ricordato il periodo no che sta attraversando e che spera di «superare, grazie al lavoro. In questa Serie A ancora non ho segnato — dice Barrow — ma è il risultato ciò che più conta. Chiunque realizzi un gol, a me va sta bene. Io faccio il mio, per aiutare la squadra».
Incontestabili parole, pronunciate secondo copione da chi vorrebbe sbloccarsi già domenica contro l’Inter (a Bergamo, ore 12.30). Perché Musa è ambizioso («ogni gara è una finale. Credo in un’altra qualificazione europea»), autocritico, «devo migliorarmi nel fisico», e conscio di avere buone frecce al suo arco. Lui, che in campo è una freccia: «Sono veloce. E sfrutto questa mia caratteristica per superare i difensori, fisicamente più forti di me». Dovesse essere della partita, contro i nerazzurri di Luciano Spalletti sa come ci si deve comportare: «Già l’ho fatto, lo scorso anno contro gli interisti Miranda e De Vrij (il difensore olandese giocava nella Lazio, cui Barrow segnò il momentaneo vantaggio nell’1-1 dell’Olimpico, ndr). Loro hanno più fisico, ma io corro più forte».
Riconosce però di incontrare «maggiori difficoltà rispetto alla stagione passata. Gli avversari ora mi conoscono e mi aspettano». Barrow elenca altre idee, tutte molto chiare, su cosa sia lecito attendersi dall’incrocio di nerazzurro, nella 12esima di campionato: «Atalanta e Inter stanno bene entrambe. Sarà una sfida dura, ma ci stiamo preparando al meglio, per riuscire a fare punti — non si nasconde e aggiunge —. Magari anche a vincere». Continua l’attaccante, sui prossimi avversari: «Martedì ho visto la partita di Champions contro il Barcellona. Siamo fortunati, i giocatori dell’Inter sono forti, ma si sono stancati».
Tra i tanti, Musa tiene sotto stretta osservazione «Icardi, Brozovic e Gabbiadini». Lapsus, intendeva Roberto Gagliardini che, come lui, ha iniziato nelle giovanili atalantine. «L’Atalanta è la mia seconda casa. Vorrei restare qui». Anche perché «con il mister mi trovo bene, mi ha sempre aiutato». A Gasperini, Barrow è riconoscente. Tanto che «ogni modulo lui scelga, a me sta bene. Schierato come esterno o punta centrale, per me è uguale. Basta giocare». A Bergamo si sente a casa, ma Musa è felice di tornare in Gambia per rispondere alla chiamata della sua Nazionale. Festeggerà lì — «in famiglia» — il suo compleanno, il 14 novembre. Compie vent’anni. Ma quale medio termine?