Corriere della Sera (Bergamo)

Nasce uno sportello per mariti violenti

Incontri e colloqui con gli operatori, ma anche con altri mariti aggressivi

- F.P.

«Se ci sono 300 donne picchiate ogni anno, ci sono anche 300 uomini le picchiano»: partendo da questa semplice consideraz­ione il Centro aiuto donna e l’associazio­ne La svolta ha creato il nuovo «Spazio di ascolto per uomini maltrattan­ti». Chi si rende conto del problema e vuole risolverlo può rivolgersi alla struttura, che, in modo riservato e gratuito, gli offrirà un servizio di dialogo con operatori e altri uomini nelle sue condizioni.

Lo Spazio non era ancora attivo, ma un uomo ha trovato il sito e ha scritto chiedendo un incontro: «Ho 55 anni e picchio mia moglie». Ed è proprio a uomini come lui che è rivolta la nuova iniziativa per contrastar­e la violenza sulle donne da un altro punto di vista: quello maschile. Si chiama appunto «Spazio ascolto uomini maltrattan­ti» quello realizzato dalla nuova associazio­ne «La svolta» sull’esempio di altri centri di Roma, Ferrara, Firenze, Olbia e Castelleon­e.

«Ci pensavamo da anni — spiega Oliana Maccarini, presidente del Centro antiviolen­za Aiuto donna —: ci siamo confrontat­i con altre esperienze, abbiamo seguito un corso di formazione e creato l’iniziativa, basata sul fatto che se ci sono 300 donne l’anno che vengono picchiate ci sono 300 uomini che le picchiano. E se non si interviene a provocare la presa di coscienza da parte di quegli uomini, il problema non si risolve. Sono persone che si comportano in modo inaccettab­ile ma sono anche persone da aiutare. Le donne ci dicono: non voglio separarmi, voglio che lui cambi».

In altre città gli uomini vengono indirizzat­i ai Centri dai tribunali o dai Servizi sociali. A Bergamo si comincerà su base volontaria: l’uomo che chiamerà sarà sottoposto a un colloquio con un operatore e poi si confronter­à con altre persone nella sua stessa condizione. Il tutto in modo riservato e gratuito.

«Ci sono troppi uomini illusi di essere maschi alfa e devono essere rieducati alle relazioni — commenta Fabio Chiassi, presidente della Svolta —. Quando una donna subisce violenza la civiltà fa un passo indietro. Il nostro obiettivo è di interrompe­re il ciclo della violenza e garantire sicurezza a donne e bambini». «Il comportame­nto si sceglie e anche il cambiament­o si deve scegliere — aggiunge la vicepresid­ente Maria Teresa Hereda —. Il nostro vuole essere uno spazio di ascolto, racconto e consapevol­ezza. Insieme all’uomo contattere­mo la vittima, perché è importante avere anche il suo punto di vista». «Spesso su questo problema — conclude l’assessore ai Servizi sociali Maria Carolina Marchesi — ci sono reazioni emotive ma poco razionali, che non portano quindi ad azioni di riflession­i e contrasto. Bisogna lavorare in entrambe le direzioni».

L’iniziativa sarà presentata al pubblico con una serata evento il 22 novembre, alle 20.30, all’Auditorium di piazza Libertà. Si aprirà con la proiezione del cortometra­ggio «Un uomo, oggi» di Alberto Nacci, che lo definisce «uno scavo nel linguaggio quotidiano. Il problema non si risolve criminaliz­zando».

Lo Spazio d’ascolto ha per ora sede provvisori­a in uno studio privato di Bergamo e può essere contattato attraverso il numero telefonico 391.3889.213, la email segreteria@lasvolta.org e il sito www.lasvolta.org.

L’obiettivo «Se non c’è una presa di coscienza da parte di quegli uomini, non si risolve il problema»

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Il film L’attore Walter Tiraboschi in una scena del cortometra­ggio di Alberto Nacci «Un uomo, oggi»

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