Teatro dialettale con il faraone e Georges Feydeau
Le compagnie dialettali tornano a varcare la soglia del Sociale di Città Alta per «Bergamo va a teatro», in calendario a gennaio e febbraio.
La rassegna è organizzata dal Ducato di Piazza Pontida in collaborazione con Fondazione Teatro Donizetti e Bergamo Tv, in memoria di Pierfranco Goggi, duca vicario. Dopo il successo della prima edizione, che ha sfiorato il tutto esaurito con 1.300 spettatori in tre date, il sipario si alzerà, domenica 20 gennaio, alle 15.30, con Il Teatro del Gioppino di Zanica, fondato nel 1998, che sarà impegnato nella messinscena della commedia musicale «Ol mistéro del Faraù».
La trama narra di un’impresa di muratori bergamaschi che riceve l’incarico di restaurare una tomba egizia misteriosa, dove è conservata la mummia di Gioppete I.
Ma il faraone, che da quattromila anni custodisce un segreto, colpisce con i suoi castighi chiunque osi addentrarsi. L’arrivo di quattro sprovvedute turiste bergamasche, accompagnate da un’archeologa, sarà però gradito al sovrano egizio, che mostrerà simpatia anche nei confronti della manovalanza.
Il testo è un evergreen della compagnia: nel 2011 ha conquistato il primo premio come miglior scenografia e il secondo per la regia al Festival del teatro amatoriale a Milano.
Il 17 febbraio sarà la volta di un debutto: «Ol diàol e l’aqua santa», portato in scena da La Combricola di Gazzaniga. Fondata nel 1992 da Gino Gervasoni, che nel 2000 ha passato il testimone al figlio Mario, la compagnia ha finora rappresentato 23 commedie. Nell’ultima descrive le vicende grottesche di un comunista sfegatato costretto a ospitare, controvoglia, uno zio, vescovo in Brasile, dalle opposte idee politiche. Fino a ricredersi e a contribuire a una buona causa, dimostrando che le opinioni si possono anche cambiare.
Il 24 febbraio la compagnia Franco Barcella di San Paolo d’Argon, nata nel 1965 sotto il nome «Gli instabili», presenterà l’ultimo lavoro, «Chat en poche (Gatto in tasca)», traduzione dal francese al bergamasco di un testo di Georges Feydeau, drammaturgo tra i più rappresentati, dopo Molière.
L’ambientazione è la residenza di un imprenditore imbroglione nella Parigi dei primi anni del ‘900. La sfida sta nel ricreare le atmosfere sofisticate e i dialoghi aulici di quell’epoca. Biglietti in vendita in Largo Porta Nuova da 10 e 12 euro, abbonamenti 25 e 30. Per il pubblico mezzi Atb per Città Alta gratis e parcheggio in piazza Libertà a 3 euro.