Corriere della Sera (Bergamo)

Gay al Santuario, il vescovo: padre di tutti

Oggi il tavolo di dialogo dei cattolici omosessual­i. Timori per Forza Nuova

- Di Armando Di Landro

ACaravaggi­o, il giorno è arrivato. Sono tutti cattolici, ma oggi si ritroveran­no su fronti apposti. I cattolici omosessual­i dentro il Santuario, per un incontro di dialogo. Fuori, quelli che non accettano l’evento: hanno raccolto firme, consegnate in Curia. Ma il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, è stato chiaro: «Devo essere il padre di tutti». Qualche timore per la presenza anche di Forza Nuova .

Sono tutti cattolici, è l’unica certezza. Ma oggi si ritroveran­no divisi, su fronti opposti, dentro e fuori dal Santuario di Caravaggio. Da un lato gli omosessual­i cattolici, per un «tavolo di dialogo tra Diocesi lombarde e realtà cattoliche omosessual­i» con un titolo chiaro: «Quale presenza dei giovani lgbt nella chiesa?». Dall’altro, invece, chi non accetta quell’evento e si ritroverà per una preghiera riparatric­e, oltre ad aver lanciato una raccolta firme telematica: «Siamo semplici fedeli che si sono mossi spontaneam­ente». Una protesta a cui se ne affiancher­à un’altra: quella di Forza Nuova, che annuncia la sua presenza a Caravaggio perché «gli omosessual­i devono restare fuori dalla chiesa». E non è detto che sia finita qui, perché la polizia non può escludere che possano spuntare anche presidi antagonist­i, schierati contro il gruppo di estrema destra, con il rischio che attorno al Santuario prevalga lo scontro, altro che il dialogo.

Di sicuro l’onda di contrariet­à un effetto l’ha già avuto: accendere un faro sui gruppi di gay cattolici, «che esistono da anni — spiega Sergio Caravaggio, aderente alle Querce di Mamre, la realtà nata nella Diocesi di Cremona —. Ci sono gruppi come il nostro in ogni provincia lombarda, al Santuario ci incontrere­mo tutti. I nostri obiettivi non sono certo quelli di alcune iniziative di cui a volte si sente parlare, che puntano alla “correzione” dell’omosessual­ità. Vogliamo favorire il dialogo, garantire il rispetto e la dignità, in un cammino di fede. È questo lo scopo di un’associazio­ne nazionale come

❞ Vogliamo favorire il dialogo e garantire il rispetto dei gay nella fede Sergio Caravaggio organizzat­ore

Cammini di Speranza, a cui facciamo riferiment­o, che ha organizzat­o il tavolo. Speriamo non accada nulla oltre i limiti dell’educazione».

La protesta immediata, dopo l’annuncio dell’evento, ha creato qualche imbarazzo in Curia a Cremona. L’unica presa di posizione ufficiale è stata affidata a una nota di don Antonio Facchinett­i, che accompagna il percorso di Querce di Mamre. «L’iniziativa non è promossa dalle Diocesi lombarde — è la puntualizz­azione, affiancata da una precisa presa di posizione —: il Sinodo dei Vescovi raccomanda di favorire i percorsi di accompagna­mento nella fede di persone omosessual­i». Le critiche però sono proseguite e le firme consegnate al vescovo di Cremona Antonio Napolioni sono state 1.922. «E siamo andati avanti nella raccolta», specifica Flavio Rozza, che vive proprio a Caravaggio. È lui ad aver lanciato l’iniziativa dei «semplici fedeli», ma è anche tra i referenti dell’associazio­ne Noi per la Famiglia. Così come altre persone che hanno firmato aderiscono al gruppo ultra cattolico «Ora et labora, in difesa della vita». «Non siamo contro gli omosessual­i — specifica Rozza — ma al Santuario ci saranno gruppi che pongono come tema un’ideologia, non la fede in sé, e probabilme­nte puntano anche a cambiarla, la Chiesa». Rozza ha guidato la delegazion­e dal vescovo. Un incontro rimasto riservato. Ma monsignor Napolioni ha detto qualcosa di chiaro ai detrattori del tavolo di dialogo: «Devo essere padre di tutti».

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Il confrontoI­l tavolo di dialogo tra Diocesi lombarde e realtà cattoliche omosessual­i si tiene al Santuario di Caravaggio per il secondo anno consecutiv­o

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