«Nel nuovo stadio museo con maglie da collezione»
Luca Percassi: «Nel nuovo stadio un omaggio alla nostra storia attraverso cento maglie»
Messe per un momento da parte le faccende di campo, l’Atalanta ha approfittato del periodo di sosta per presentare nuove partnership. «Sono orgoglioso che Automha abbia sposato il nostro progetto — spiega l’amministratore delegato Luca Percassi —. È una realtà tutta bergamasca, ennesima dimostrazione di quanto il territorio sia vicino alla squadra». L’azienda, leader nel settore dei magazzini automatici, ha debuttato nella partita contro l’Inter come Official Sleeve Partner di Atalanta. Il marchio Automha, sulla manica sinistra delle divise nerazzurre, non poteva avere battesimo migliore. «Quando ho fondato la mia azienda ad Azzano San Paolo, quasi quarant’anni fa, mai avrei pensato di arrivare dove sono ora (oggi, gli uffici Automha sono presenti anche in Cina e USA, ndr) — confida il presidente Franco Togni —. E mai di diventare partner di una società che tutti i bergamaschi hanno nel cuore, guidata dai Percassi che stimo molto».
Stima reciproca. L’a.d. affiderebbe alla tecnologia aziendale della famiglia Togni «un meccanismo per recuperare le mie magliette di calcio, che colleziono». Scherza, forse non del tutto. Di certo non scherza invece, quando ammette che «per lo stadio, stiamo lavorando a qualcosa di mai visto». Le prime anticipazioni riguardano «un museo e un modo per omaggiare la storia atalantina, attraverso cento maglie che l’hanno rappresentata». Per questo, c’è da aspettare.
Per tornare in campo invece, manca poco: «Ne abbiamo molta voglia. Stiamo recuperando tutti. Gli impegni con le Nazionali creano sinergie positive e fa piacere constatare quanto i nostri ragazzi siano maturi, anche a livello internazionale. Ora però, bisogna carburare in fretta —- prosegue Percassi —. Siamo consapevoli che domenica a Empoli sarà battaglia e che il mister saprà trasmettere le giuste motivazioni». Il mai troppo lodato Gasp. Al tecnico (su cui aleggiano «infondate voci di mercato» che lo vogliono l’anno prossimo al Milan) ora si attribuiscono anche virtù profetiche: «Alla vigilia della vittoria contro l’Inter, Gasperini si è avvicinato a me e a mio padre. Ci annunciava che, il giorno seguente, la prestazione di Djimsiti sarebbe stata grande. E avrebbe anche fatto gol, di testa». Nessuna arte divinatoria ma la ferma «convinzione dell’allenatore che quando un giocatore lavora bene, i risultati arrivano». Sull’annosa questione gasperiniana della rosa troppo ampia, Percassi cerca (e forse trova) un punto d’incontro: «I ragionamenti del mister sono condivisibili. Ma infortuni e squalifiche fanno parte del mestiere», così, anche con le alternative a «Masiello e Palomino, siamo stati competitivi». A dimostrazione di un raggiunto «equilibrio di squadra». E se i numeri delle punte non entusiasmano, tante reti arrivano da centrocampisti e difensori («distribuiamo bene i gol»). Una partnership tra reparti, che funziona.
Panchine «Gasperini al Milan l’anno prossimo? Voci infondate», rassicura l’a.d.