Città Alta, sedie e tavolini vietati nella Corsarola
Il Comune integra i provvedimenti di un anno fa sulla tutela del borgo, anche in virtù del riconoscimento Unesco
Il Comune di Bergamo ha deciso di regolamentare l’utilizzo del suolo pubblico di Città Alta, dopo le norme sulle vetrine e l’elenco delle categorie merceologiche per le quali non sono più consentite nuove aperture. In un documento già firmato dal sindaco Giorgio Gori, e che arriverà nelle prossime settimane in Aula, è previsto che tavoli e sedie a servizio delle attività commerciali possano essere collocati solo nelle piazze del borgo storico e non più lungo le strade. Una necessità, secondo il Comune, nata pure tenendo in considerazione il riconoscimento dell’Unesco che ha dichiarato le Mura patrimonio dell’umanità.
Dopo le norme sulle vetrine e l’elenco delle categorie merceologiche per le quali non sono più consentite nuove aperture, il Comune di Bergamo regolamenta anche l'utilizzo del suolo pubblico di Città Alta. In un documento già firmato dal sindaco Giorgio Gori, e che arriverà nelle prossime settimane in Aula, è previsto che «tavoli e sedie a servizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande possano essere collocati unicamente nelle piazze del borgo storico e non anche lungo le pregiate viuzze medievali che lo attraversano». Una necessità, secondo il Comune, nata pure tenendo in considerazione il riconoscimento dell’Unesco che ha dichiarato le Mura patrimonio dell’umanità.
Il primo intervento era stato un anno fa, quando Palazzo Frizzoni aveva stilato un elenco di norme per tutelare le aree pubbliche con valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico come Città Alta. Si era occupato delle vetrine e delle insegne delle attività commerciali, spiegando per esempio che avrebbero dovuto essere in armonia con gli edifici circostanti. Il Comune aveva vietato anche l’uso improprio delle vetrine: non si possono usare per depositare le merci e non vanno coperte, come a volte succede, con pannelli o pellicole coprenti. Si era anche stabilito che le vetrine dei locali commerciali sfitti sarebbero dovuto essere oscurate con modalità e materiali in grado di rispettare il decoro estetico dell’edificio. Regole che vanno rispettate non solo in Città Alta, ma anche nelle zone del centro, nel Borgo Pignolo, a Santa Caterina e a Borgo Palazzo. Solo per Città Alta, invece, l’amministrazione aveva anche stabilito le categorie di attività commerciali per le quali non sono più consentite nuove aperture, dalle friggitorie ai bazar, dai fast food ai sexy shop, dalle rosticcerie ai negozi che vendono chincaglieria, perché incompatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Ma tutto questo non basta secondo il Comune a tutelare Città Alta. Anzi, è stata proprio con l’applicazione del provvedimento approvato l’anno scorso che è emersa la necessità di regolamentare pure l’utilizzo del suolo pubblico. Dopo l’approvazione di questo nuovo documento, tavoli e sedie non potranno più essere messe lungo le vie del borgo storico, come la Corsarola, ma soltanto nelle piazze, «per consentire — spiega la proposta di deliberazione — la piena fruibilità degli spazi a cittadini e turisti e per preservare le caratteristiche architettoniche, storiche e ambientali».
Non sono molti i locali di Città Alta che occupano il suolo pubblico lungo le vie con tavoli e sedie. Lo fanno soprattutto quelli più piccoli, in particolare nei mesi estivi, per poter avere qualche coperto in più. Ma con l’approvazione del documento dovranno adeguarsi alle nuove regole.
L’obiettivo È consentire la piena fruibilità degli spazi, preservandone le caratteristiche