CITTADINI VALOROSI
Puntuali come le luminarie e l’alberello, arrivano le benemerenze. Il Comune mette l’aureola ai migliori di noi. Qui come in tutte le città non è tanto appassionante conoscere i nomi degli eletti, quanto seguire come ci si arriva. I milanesi si sono appena azzuffati alla sola idea di mettere sul piedestallo Chiara Ferragni Abbi Fedez. Quanto a Bergamo, c’è un polemicone per la proposta leghista di premiare il trovatore del Mantegna disperso negli scantinati (il Mantegna, non il trovatore). In generale, anche questo giochino è sempre di più un’altra delle nostre guerre tra scuderie, con la sola regola che domina ormai tutta la vita collettiva, i miei sono santi ed eroi, i vostri sono lebbrosi e fetenti. A prescindere. Non si può neppure più dire che sia un’antiquata fiera strapaesana delle vanità (vedi il prologo nel libro biblico del Qoelet). È peggio. È provocazione, è spartizione, è calcolo. Personalmente sto tutta la vita con Sala, sindaco di Milano: «Fosse per me, i premi andrebbero a cittadini oscuri che tutti i giorni sono valorosi al loro posto». Penso alla maestrina che si ostina a insegnare il valore supremo del sapere, penso al medico di base d’alta montagna che corre tutto il giorno da una frazione all’altra, penso al controllore sui treni che ogni sera rischia la coltellata, penso alla mamma che ancora oggi riesce a crescere cinque figli. Eccetera, eccetera. Ma lo ammetto: nel settore aureole, io e Sala abbiamo in mente personaggi che per la politica sono solo fantascienza.