Vent’anni, overdose sui binari «Qui è un viavai di fantasmi»
Ragazzo soccorso sul sedime ferroviario. Varchi abusivi aperti di continuo
C’era un ventenne grave per overdose, uno dei tanti che frequentano la terra di nessuno del sedime ferroviario, e per arrivarci i soccorritori del 118 hanno dovuto penare. Prima sono arrivati in piazzale Marconi e si sono infilati nel sottopassaggio per scoprire che ci si fermava prima del luogo dove soccorrere il giovane. Allora ci hanno provato da via Gavazzeni, all’altra estremità del sottopasso, ma nemmeno da lì si passava. Infine hanno trovato un varco alla Cisaf. Il ragazzo è stato ricoverato a Zingonia.
Ma lungo quella parata di muri, cancelli e recinzioni in cui chi voleva salvare una vita faticava a trovare un varco, ogni giorno passano decine di persone che poi bivaccano lungo i binari e negli edifici abbandonati, ingaggiando un duello silenzioso con chi cerca di bloccarli: si chiude un ingresso, se ne crea un altro. Dalla Malpensata si passa senza troppi problemi dall’ex gasometro: il cancello a volte è aperto, e se è chiuso lo si scavalca. Risalendo via Gavazzeni c’è chi si infila nel cortile al civico 18: «Passano da qui e scavalcano il muro — dice un abitante dell’alta palazzina gialla —. E ogni tanto rubano: ho dovuto mettere le sbarre alle finestre perché mi entravano in casa». A fianco c’è il parcheggio della Casa del giovane. All’angolo sinistro la terra calpestata forma un sentiero nell’aiuola del posteggio e poi nel sedime: in mezzo c’è una recinzione con segni di scavalcamento. All’angolo destro il muro del sottopassaggio forma addirittura una rampa, e per complicare le cose agli abusivi è stata appena piazzata un’alta rete. «Ma ha le maglie larghe — dice il vicino — quelli la usano come scaletta».
Al numero 22 c’è un dipendente della Provincia che non si preoccupa: «Quelli vogliono solo farsi i fatti loro, girano di notte come fantasmi, in certi periodi creano degli accampamenti di lenzuola e cartoni ma non mi disturbano, anche perché ho sette cani. Per fermarli è stata messa la rete ed è stata sigillata l’uscita di sicurezza dl sottopassaggio. Quelli allora hanno fatto un buco nel muro qui vicino, ma visto che è una proprietà della Provincia l’ho subito fatto riparare». Il muro è nel prato poco prima del Morla: si nota il segno di molti passaggi, in un canneto c’è un trasportino per neonati. Sulla sponda opposta del torrente un’altra recinzione blocca chi vuole scavalcare.
Lì c’è la «Casa dei ferrovieri», dove da 54 anni vive l’ex macchinista Angelo Rosa: «A volte passano dal mio giardino per scavalcare: il cancello del terreno a fianco è alto, una volta uno è caduto e si è fatto male. Si fermano le auto: uno resta al volante, l’altro scende, scavalca e torna dieci minuti dopo». Il cancello dà sull’area in cui doveva sorgere la nuova sede della Provincia. Oggi è uno sterrato con un pianale, traversine e rotaie. Fino alla settimana scorsa c’erano tre vagoni abbandonati in cui bivaccava della gente, ma sono appena stati smantellati. Il sedime è sterminato, chi ci vuole entrare può anche spingere il cancello della Cisaf, o scendere da un sentiero in via Tommaseo. Il signor Rosa allarga la braccia: «Prima questa gente non si vedeva, poi alla stazione è stato chiuso tutto e sono arrivati qui. Questi, alla fine, da qualche parte andranno sempre».
I vagoni Sono appena state smantellate alcune carrozze abbandonate usate come bivacchi