Corriere della Sera (Bergamo)

Il giro di vite stoppa i cori razzisti

Atalanta battuta 2-1 dal Napoli. Ancelotti: i tifosi bergamasch­i hanno mostrato maturità

- di Donatella Tiraboschi

Ogni partita è una storia a sé e questa Atalanta-Napoli passerà agli annali calcistici come quella a più alto tasso di tensione uditiva. Un momento del campionato che ha dato un senso compiuto al detto «essere tutt’orecchi». Ma anche tutt’occhi, cosa che l’Atalanta ha fatto, dovendosi pure occupare, come se non ce ne fosse già abbastanza sul campo, anche dei fake circolati sui social in una vigilia che eufemistic­amente si può definire delicata.

Tristi fotomontag­gi, quelli con i sacchi di rifiuti sul piazzale dello stadio, sormontati dallo striscione «per farvi sentire a casa vostra» posizionat­i proprio sotto lo spicchio del settore ospiti. E allora via di comunicato ufficiale da parte della società, «viene ritratta una falsa rappresent­azione, Atalanta si dissocia da questo e da ogni altro comportame­nto che non sia conforme a principio di lealtà e correttezz­a» corredato da un fresco scatto che, nella giornata di ieri, mostrava il piazzale pulito. La Rete, per restare in tema di spazzatura, purtroppo le cretinate non le differenzi­a.

In uno stadio ancora mezzo vuoto, il primo coro che parte è quello di un promo pubblicita­rio: «Bergammooo!!!». Per oltre un’ora di tempo, tra spot di formaggi e jeans, il monito dello speaker, si ripete con costanza «è vietato ogni coro che inneggia a violenza, o discrimina­zione razziale o territoria­le». I tifosi del Napoli si sistemano, pochi striscioni (tra cui anche il Napoli club di Bergamo), qualche coro che si alza, ma la musica a palla copre tutto. Prepartita nella norma, fischi quando entrano Berisha e compagni, idem per Ospina e soci. Il primo «Odio Bergamo» (nulla in contrario aveva scritto la Curva nel suo comunicato) scatta quando mancano pochi minuti alle 20. La replica «Odio Napoli» arriva un quarto d’ora dopo. I convenevol­i sono stati sbrigati e fin qui, saremmo nel campo del campanilis­mo. Oltre che fuori dai 90 minuti di partita. A seguire, irrompe dalla Nord, il primo «noi non siamo napoletani». Realtà di evidenza anagrafica, secondo il manuale della sfottò-grammatica stilato e commentato per l’occasione. Nemmeno il tempo di finire il primo coro che ci pensa Ruiz a spostare le cantate sull’alto valore dell’incitament­o. dare mano e voce a squarciago­la alla Dea sotto di un gol dopo 80 secondi che pensare ad altro. I decibel di «Forza Atalanta, facci un gol» squarciano l’aria, mentre l’audiometro del «coro-match» segna in sequenza: 3 «odio Bergamo», 1 «noi siamo partenopei», 2 auto-ironici «Vesuvio, lavaci con fuoco» (se lo dicono i diretti interessat­i trattasi di sfottò autoflagel­lante) e 1 «Ancelotti terù» (ma il mister in quel momento era impe- gnato a fustigare verbalment­e Callejon e non ha colto il suo cambio genealogic­o). Normale amministra­zione si direbbe fino all’apicale fantasia partenopea: «Bergamasco, pagaci le tasse!» che seguito da «andate a lavorare!» segna il trionfo dello sfottò fiscal-lavorativo. Per la serie: vi pungiamo nell’onore dei luoghi comuni con cui ci bollate. Al contrario, insomma. Intanto dal piazzale della Nord, partono i fuochi artificial­i. Frizzi e lazzi. PeccaMegli­o

to che non siano arrivati punti cotillons, malgrado il gol di Zapata, mentre il Napoli pensa già al Frosinone sabato prossimo. «Noi non siamo ciociari». Sfottò di rito in tour.

E alla fine arrivano le parole di Carletto Ancelotti: «Il pubblico di Bergamo ha dimostrato di essere intelligen­te e corretto. Le partite dovrebbero essere sempre così, dentro e fuori dal campo».

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 ??  ?? Il gol decisivo di Milik che batte Berisha in uscita
Il gol decisivo di Milik che batte Berisha in uscita
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La chiave Milik supera Berisha e segna il gol decisivo che chiude AtalantaNa­poli sull’1 a 2

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