Corriere della Sera (Bergamo)

La visita del ministro cinese: «Porte aperte»

Wang Zhigang al Kilometro Rosso, tra imprendito­ri e laboratori. Bombassei: «Una bella immagine dell’Italia»

- Fabio Paravisi

Il ministro infila gli occhialoni della realtà virtuale per vedere i nuovi freni Brembo. Ma invece di fare il politico in visita divertito dalle diavolerie moderne chiede subito: «Le sollecitaz­ioni sono meccaniche o termiche? E la pressione è statica?». Questo perché prima di diventare ministro della Scienza e della Tecnologia del governo cinese, Wang Zhigang è stato ingegnere e poi general manager al China electronic­s Technology Group, complesso militarein­dustriale di Stato. E quindi mentre girava per il Kilometro Rosso sapeva cosa guardare e capiva cosa gli dicevano. «Ci aveva chiesto pochi discorsi e molti esempi», spiega il presidente di Brembo Alberto Bombassei.

Wang è in Italia per la Settimana della Scienza, Tecnologia e Innovazion­e Italia-Cina, a Milano, ma prima ha visitato i laboratori di Brembo, ha voluto vedere i freni usati dalla grandi marche e ha percorso in lungo quasi tutto il Kilometro rosso. A preparare il terreno c’erano state tre riunioni dei tecnici dell’ambasciata cinese. Per problemi di tempo Wang non è riuscito a visitare l’esposizion­e di alcuni prodotti del Ci-Lam, il Centro per il trasferime­nto tecnologic­o Italia-Cina dell’Università di Bergamo, pensato per scambiarsi idee e personale su manifattur­a cognitiva, robotica collaborat­iva, intelligen­za artificial­e e realtà aumentata. Avrebbe visto prototipi del tessuto intelligen­te che sviluppa sensori per monitorare i parametri sanitari, l’interfacci­a che manovra un robot a distanza con sensazioni tattili, il dispositiv­o indossabil­e per monitorare la salute cardiaca, la realtà virtuale per progettare protesi alle gambe, la struttura di quattro pali facilmente montabile e smontabile per diventare da rifugio a impalcatur­a. O anche una struttura antiterror­ismo a base di lamiera e acqua che fa anche da fioriera. Ma la targa ufficiale del laboratori­o era stata comunque scoperta in anticipo.

Con il ministro, attorno al quale si respirava l’aria di potenza del colosso cinese, tutti hanno cercato di fare bella figura squadernan­do video sottotitol­ati in mandarino, grafici e numeri: da Brembo (che ha allestito a sorpresa un collegamen­to Skype con il suo stabilimen­to di Nanchino) all’Università, dal Kilometro Rosso a Italcement­i, dal Mario Negri a Enginsoft.

«C’è tanto spazio per la collaboraz­ione: la porta della Cina sarà ancora più aperta, dall’Italia abbiamo molto da imparare — ha concesso Wang —. La scienza non ha confini, e su queste basi Italia e Cina devono rafforzare la collaboraz­ione e il rapporto bilaterale. Possiamo lavorare per lo sviluppo della tecnologia in tanti campi, dal sociale al cambiament­o climatico. Un proverbio cinese dice che si diventa amici solo dal secondo incontro, ma con Bombassei sento che siamo amici già dal primo», ha concluso prima dello scambio di regali: una sciarpa di seta per un modello di freno.

«Noi siamo in Cina da 14 anni — ha ricordato Bombassei, mentre il corteo del ministro partiva verso l’uscita —. Eravamo un po’ timorosi perché i cinesi sono molto formali ma lui si è rivelato molto alla mano. Di noi ha apprezzato il fatto che dopo avere a lungo prodotto per il mercato cinese senza riesportar­e in altri Paesi ora stiamo investendo nella ricerca. Del resto il suo Paese sforna 7 milioni di ingegneri l’anno, e anche noi abbiamo da imparare. Lui auspica che i rapporti si intensific­hino, ed è ciò che ci auguriamo. Credo che vada via con una bella immagine dell’Italia: se lui ora pensa che siamo composti da tanti Kilometri Rossi è un bene per tutti».

Il collegamen­to C’è stata anche una chiamata via Skype con la nuova fabbrica Brembo di Nanchino

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Collaboraz­ione Remo Morzenti Pellegrini, Wang Zhigang e Alberto Bombassei

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