La visita del ministro cinese: «Porte aperte»
Wang Zhigang al Kilometro Rosso, tra imprenditori e laboratori. Bombassei: «Una bella immagine dell’Italia»
Il ministro infila gli occhialoni della realtà virtuale per vedere i nuovi freni Brembo. Ma invece di fare il politico in visita divertito dalle diavolerie moderne chiede subito: «Le sollecitazioni sono meccaniche o termiche? E la pressione è statica?». Questo perché prima di diventare ministro della Scienza e della Tecnologia del governo cinese, Wang Zhigang è stato ingegnere e poi general manager al China electronics Technology Group, complesso militareindustriale di Stato. E quindi mentre girava per il Kilometro Rosso sapeva cosa guardare e capiva cosa gli dicevano. «Ci aveva chiesto pochi discorsi e molti esempi», spiega il presidente di Brembo Alberto Bombassei.
Wang è in Italia per la Settimana della Scienza, Tecnologia e Innovazione Italia-Cina, a Milano, ma prima ha visitato i laboratori di Brembo, ha voluto vedere i freni usati dalla grandi marche e ha percorso in lungo quasi tutto il Kilometro rosso. A preparare il terreno c’erano state tre riunioni dei tecnici dell’ambasciata cinese. Per problemi di tempo Wang non è riuscito a visitare l’esposizione di alcuni prodotti del Ci-Lam, il Centro per il trasferimento tecnologico Italia-Cina dell’Università di Bergamo, pensato per scambiarsi idee e personale su manifattura cognitiva, robotica collaborativa, intelligenza artificiale e realtà aumentata. Avrebbe visto prototipi del tessuto intelligente che sviluppa sensori per monitorare i parametri sanitari, l’interfaccia che manovra un robot a distanza con sensazioni tattili, il dispositivo indossabile per monitorare la salute cardiaca, la realtà virtuale per progettare protesi alle gambe, la struttura di quattro pali facilmente montabile e smontabile per diventare da rifugio a impalcatura. O anche una struttura antiterrorismo a base di lamiera e acqua che fa anche da fioriera. Ma la targa ufficiale del laboratorio era stata comunque scoperta in anticipo.
Con il ministro, attorno al quale si respirava l’aria di potenza del colosso cinese, tutti hanno cercato di fare bella figura squadernando video sottotitolati in mandarino, grafici e numeri: da Brembo (che ha allestito a sorpresa un collegamento Skype con il suo stabilimento di Nanchino) all’Università, dal Kilometro Rosso a Italcementi, dal Mario Negri a Enginsoft.
«C’è tanto spazio per la collaborazione: la porta della Cina sarà ancora più aperta, dall’Italia abbiamo molto da imparare — ha concesso Wang —. La scienza non ha confini, e su queste basi Italia e Cina devono rafforzare la collaborazione e il rapporto bilaterale. Possiamo lavorare per lo sviluppo della tecnologia in tanti campi, dal sociale al cambiamento climatico. Un proverbio cinese dice che si diventa amici solo dal secondo incontro, ma con Bombassei sento che siamo amici già dal primo», ha concluso prima dello scambio di regali: una sciarpa di seta per un modello di freno.
«Noi siamo in Cina da 14 anni — ha ricordato Bombassei, mentre il corteo del ministro partiva verso l’uscita —. Eravamo un po’ timorosi perché i cinesi sono molto formali ma lui si è rivelato molto alla mano. Di noi ha apprezzato il fatto che dopo avere a lungo prodotto per il mercato cinese senza riesportare in altri Paesi ora stiamo investendo nella ricerca. Del resto il suo Paese sforna 7 milioni di ingegneri l’anno, e anche noi abbiamo da imparare. Lui auspica che i rapporti si intensifichino, ed è ciò che ci auguriamo. Credo che vada via con una bella immagine dell’Italia: se lui ora pensa che siamo composti da tanti Kilometri Rossi è un bene per tutti».
Il collegamento C’è stata anche una chiamata via Skype con la nuova fabbrica Brembo di Nanchino