Corriere della Sera (Bergamo)

Se lo spirito queer è ben assestato

- Maurizio Porro

Prendete «Priscilla» e mixatelo con un po’ del grigiore sindacale inglese di «Billy Elliot» ed ecco «Kinky boots» (stivali eccentrici), il divertente musical al Nuovo di Milano (fino all’Epifania), ispirato al film omonimo di Jarrold del 2005, dopo aver vinto 7 Tony awards e ancora in testa al box office a Londra e Broadway. Il tacco 12 lanciato dalla drag su coloratiss­imi e altissimi stivali salva Charlie Price, neo orfano in panne di una fabbrica di scarpe. La storia vera ma romanzata, è stata scritta da Harvey Fierstein, autore cult in materia trans («Torch song trilogy», musical del «Vizietto» e «Mrs. Doubtfire») e qui gode nel contrappor­re il gruppo di drag queen alte minimo 1.80 con gli operai taglia L della fabbrica, uno pure omofobo. È il sensibile padroncino ad essere scosso nell’intimo e Marco Stabile, ex Jersey boy, è bravissimo e misurato nel lottare con i suoi demoni british, avendo anche la parte migliore e più sottotono del testo. Ma certo la zampata la danno i costumi, le parrucche, i tacchi degli stivali feticci, l’orchestra e un cast di tutto rispetto, che portano al pubblico un messaggio di parità gender che arriva diretto sui song gradevoli ma non immortali di Cyndi Lauper e la sfrontata avvenenza bisex del francese Stan Believe che accende il meccanismo scenico ben oliato dall’ormai esperto Claudio Insegno, col dovuto spirito queer.

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Divertente Il musical «Kinky Boots»

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