Corriere della Sera (Bergamo)

Le contaminaz­ioni conquistan­o il jazz

Al Piccolo una rassegna affianca scat e rap

- Claudio Sessa

Domanda: che cos’hanno in comune due modi di cantare tipicament­e afroameric­ani, lo scat e il rap, e due personalit­à del jazz europeo quali il contrabbas­sista romano Paolo Damiani e il trombettis­ta ticinese Franco Ambrosetti? Risposta: sono tutti e quattro al centro della nuova edizione di «MitJazz», che si svolgerà al Teatro Strehler fra la sera di oggi e la mattina di venerdì 7. «MitJazz» è la rassegna, gemellata con il festival JazzMi da poco concluso, che da tre anni apre «Jazz al Piccolo», stagione ormai tradiziona­le nel panorama musicale milanese e che a sua volta proseguirà fino al prossimo aprile.

Incentrata sul jazz italiano e sulle contaminaz­ioni che questa musica mette in atto con altri generi contempora­nei, questa «tre giorni» è pilotata da Enrico Intra, che in due delle tre occasioni mette in scena la Civica Jazz Band da lui diretta. Nella prima, stasera, l’orchestra sarà fatta intejazzis­ti ragire con due virtuosi delle acrobazie vocali e lessicali: Gegè Telesforo, popolare specialist­a dell’improvvisa­zione cantata senza parole, e Willie Peyote, pittoresco rapper di casa nostra. Intra ha costruito arrangiame­nti su misura per far brillare le invenzioni delle loro corde vocali.

Domani invece, lo Strehler ospita il compositor­e e direttore d’orchestra Paolo Damiani, storico solista di contrabbas­so e violoncell­o fin dagli anni Settanta, che presenta la sua più recente creazione, l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, anomala formazione di undici strumentis­ti fra i quali due cantanti e un violinista. Con alcuni brillanti improvvisa­tori della nuova generazion­e, come Giacomo Tantillo alla tromba, la cantante Camilla Battaglia e Simone Alessandri­ni a sax alto e soprano, Damiani presenta «Oscene Rivolte», un percorso attraverso alcune composizio­ni firmate dai maggiori Improvvisa­tore italiani. Sono invece le canzoni del repertorio nazionale al centro dell’ultimo concerto della rassegna, quello in Sant’Ambrogio alle 11 del mattino (da molti anni Intra propone un concerto il 7 dicembre come «premessa» alla Prima della Scala): per l’occasione torna in scena la Civica Jazz Band, questa volta al servizio del trombettis­ta e soprattutt­o solista di flicorno Franco Ambrosetti, gloria del jazz elvetico. Ambrosetti si presenterà con due sue «creature»: il figlio Gianluca, da diversi anni rinomato solista di sassofono, e il volume «La scelta di non scegliere», recentissi­ma autobiogra­fia pubblicata da Vanni Editore. 21, via Conservato­rio 12, € 20, tel. 02.66.98.69.56) prima si avvicendan­o poi si affiancano Antonio Chen Guang ( foto) e Stefan Milenkovic­h. Il giovane pianista cinese è uno dei talenti scoperti da Mormone, che lo accolse nella sua Cernobbio facendolo studiare sul proprio pianoforte di casa; e Guang ha scelto di prendere non come secondo, ma addirittur­a primo nome quello del suo mentore. Sarà lui ad aprire la serata col Concerto «nello stile italiano» di Bach, cui Milenkovic­h farà seguire la virtuosist­ica seconda Sonata per violino solo di Ysaye. Nella seconda parte proporrann­o assieme la pirotecnic­a «Tzigane» di Ravel e la Sonata in re minore di Brahms.

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Gegè Telesforo, 57 anni. Sarà lui, stasera, ad aprire la rassegna
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