Il Centro delle Arti tra Università e Museo
Il nuovo allestimento con spazi e laboratori per la didattica e la sperimentazione
La condivisione di palazzo Bassi Rathgeb, tra Università e Fondazione Bernareggi, ridefinisce una nuova geografia della dorsale della cultura, che da piazza Vecchia arriva alla Montelungo, passando per il collegio Baroni, la Carrara e la Gamec. In attesa che il museo Bernareggi trovi casa nell’aula Picta, unendosi a quello della cattedrale, per dare vita a un’unica pinacoteca diocesana, ampliata e diffusa tra Città Alta e bassa, la domanda è: «Cos’è diventato il Bernareggi?».
«È diventato la casa della didattica per ragazzi in età scolare», risponde don Giuliano Zanchi, segretario generale della fondazione, ripensando alla nuova natura della realtà museale di via Pignolo, inaugurata ieri al secondo piano. Due i criteri seguiti per il nuovo allestimento: destinare gli spazi a laboratori, dove i ragazzi lavorino tra le opere, e «costruire un percorso combinando l’arte antica con quella contemporanea», continua Zanchi. Il percorso si distribuisce in 4 aule. Alle pareti il sacro dialoga con il contemporaneo: le opere di Gianriccardo Piccoli si confrontano con il «Battesimo di Cristo» di Moroni; i disegni di Andrea Mastrovito con stampe del ‘500. Opere lignee con la «Trinità» di Lotto. Infine la Passione, illustrata dal «Gesù Cristo morto fra due angeli» di Alvise Vivarini e dall’«Ecce Homo» del Moroni, a confronto con la Via Crucis di Ferrariofrères e le foto di Manolis Baoussis. Nell’area didattica un’opera di Marco Grimaldi. Tra gli obiettivi del museo la collaborazione con il Centro di Arti Visive, diretto da Giovanni Carlo Federico Villa e con nuova sede nel palazzo, così come le aule, la sala lettura e gli uffici per il corso di laurea in moda, arte, design e cultura visiva dell’Università. «È un luogo di condivisione e di ricerca, inserito nella nuova dorsale della cultura — dice il rettore Remo Morzenti Pellegrini —. Qui terrò il primo comitato dei rettori della Lombardia all’inaugurazione dell’anno accademico». «Si apre una nuova articolazione del museo diocesano — conclude Giuseppe Giovanelli, presidente della Fondazione, snocciolando alcuni numeri sull’attività formativa —. Questo sarà un luogo di sperimentazione e incontro tra generazioni».